Non piangevo.
E mi chiedevo perché la piccola nonna giacesse sul letto vestita, le scarpe nuove ai piedi, il fazzoletto di pizzo nero in testa.
Restavo seduta accanto alla stufa spenta e pensavo:” Tra poco si alza, apre la credenza e mi regala la panna del latte appena bollito.”
Tutto era immobile quel giorno, come una festa al contrario.
E io non piangevo perché mi dicevano: “ Dorme.”