La mia casa ha radici ostinate nelle terre più nere.
Geme di notte, d’ottobre piange la sera.
È Itaca che attende il ritorno.
La mia casa è un rifugio all’ombra di foglie, sui rami alti che ambiscono al cielo.
È ancora il gioco perfetto di me bambina.
Aspetta le voci all’alba quando la luna resiste al silenzio e all’ora nuova.
È una culla vuota, l’attesa della tua ombra che si fa vicina.
La mia casa sei tu, terra di confine tra Ragione e malinconia.