“Mi piacerebbe che le bambine e i bambini leggessero questa storia e si sentissero legittimati ad avere un luogo segreto”.
Cristiana Pezzetta
L’Albero Maestro era in fondo alla stradina bianca. Era un grande eucalipto cresciuto dai tempi della bonifica e sui suoi rami costruimmo una casa di legno, un posto segreto dove leggere i fumetti, parlare dei sogni e contare i piccoli oggetti che portavamo con noi dentro dei sacchetti legati alle nostre cinture. Ai piedi dell’albero, dove lasciavamo le biciclette, c’erano delle ossa, mandibole di mucca che avevamo accatastato sopra un formicaio . Lì prendevamo le nostre decisioni su quei pomeriggi assolati e facevamo le conte e non smettevamo mai di raccontare barzellette e storielle.
Da lì potevamo osservare in lontananza le case dei nostri genitori e dalla torre di avvistamento controllare a turno se qualche adulto si stava avvicinando. Era il nostro luogo, il rifugio dei lepidotteri diurni. Un luogo che nessuno ha mai violato.
Questi ricordi mi sono tornati alla mente leggendo “Come soli segreti “ di Cristiana Pezzetta, illustrato da Anita Barghigiani, edito da Pulci Volanti, che vede come protagonisti Jamal e Frida. Un bambino ed una bambina con vite diverse ma legati dallo stesso luogo segreto. Un luogo dove ognuno di noi dovrebbe continuare a stare, anche quando gli anni passano, quando l’aria viene smossa da un vento che infuria, quando i passi che sentiamo incedere sono dei mostri che pronunciano parole che fanno male e che non dovremmo mai conoscere.
Jamal e Frida “ custodiscono un segreto, un luogo segreto. Da lì si vede il cielo riempirsi di stelle e il mostro dormire”.
Edoardo M. Rizzoli