Will Smith ha fatto una cosa da uomo. Cosa rara a vedersi. Una cosa vera nella sera della grande finzione. Di fronte alle banalità dette da quel insulso comico che prendeva in giro l’acconciatura della moglie, e pure andando al di là del fatto che tale accomciatura fosse dovuta o meno a una malattia, lui si è alzato e gli ha dato un pugno (anzi direi uno schiaffo, insomma un colpo debole, visto che l’insulso è rimasto in piedi). Ha fatto una cosa da uomo. E mi aspettavo il plauso delle femministe sia per la difesa della dignità della signora sia per la censura di quell’offesa al suo corpo – oggi sembra la cosa che conta di più. E invece niente. Smith cacciato con disdoro dall’Accademia degli Oscar, forse gli saltano i contratti etc, solito film già visto quando qualcuno rovina la festa. Ma quale festa ha rovinato WS? La cupola politically correct che domina la società dello spettacolo – e che a spettacolo vorrebbe ridurre tutto, compreso la guerra- decide di volta in volta cosa sia “volgare”. Quali violenze, quali parole, quali atti. Quella sera c’era da celebrare il trionfo dei film decisi secondo i criteri dominanti e WS si mette a fare il matto, l’uomo, si mette a fare una cosa vera, rubando la scena ? Fanculo lui la moglie (una donna nera, mi pare no?) il suo corpo, la malattia, il bodyshaming, il rispetto per le donne di colore, fanculo tutto – perché ci ha rovinato la scena. E non gli basterà chiedere scusa. Ha osato infrangere il copione. Anche se aveva buoni motivi, non è stato al suo posto. Quello che ti assegnano. Naturalmemte WS si è scusato e sta facendo scene che nemmeno un grande peccatore davanti al Papa, tipo “accetterò ogni punizione vogliate darmi”. Segno che la dignità anche per lui va a intermittenza e vale meno dei dollari che riscjia di perdere, e ok. Ma non si può chiedere agli altri di essere eroi (come invece vedo fare a molti intellettuali italiani che hanno demandato agli Ucraini di far gli eroi contro Putin…) e almeno lo schiaffo è andato a darlo lui, non ha mandato uno al suo posto dandogli il suo tirapugni. Un fatto accaduto in diretta, come la protesta della giornalista russa. Perchè ciò che la cupola della società dello spettacolo non riesce a controllare è il bello della diretta della vita. E se pure hanno imposto modelli – come diceva Pasolini che tutti festeggiano quest’anno, specialmente quelli che proprio lui accusava di essere i nuovi “chierici di sinistra” del potere totale del Nuovo Fascismo consumista- i membri della Cupola della Società dello Spettacolo non possono fermare la diretta della vita che non sta solo nei suoi modelli imposti. Solo che il modo con cui la diretta della vita esprime la sua oltranza rispetto ai modelli del potere sono spesso sgangherati, irriflessi, casinisti e poco presentabili? Schiaffi, come quello di WS, o quello di tante nevrosi, di tanti disagi psicofisici presenti nei giovani, di tante ansie tra le persone di mezz’età, e lo schiaffo di indecenti solitudini da anziani.
La diretta della realtà a volte prende a schiaffi la vita, uscendo dai parametri “educati” e soprattutto consentanei ai dettami del gusto dominatore.
Certo, uno schiaffo non fa primavera. Ma questi segni, nell’asfissiante cappa imposta dalla cupola della “società dello spettacolo” sono un segno da non perdere. Per non cedere alla cosa peggiore che manda in crisi le civiltà, come diceva Baudelaire: l’avvilimento dei cuori.
Davide Rondoni