a cura di Dario Borso
# per simmetria con il triangolo pentecostale, la premiazione si è materializzata in tre premi: premio della giuria, assegnato da tutti i presenti a scrutinio segreto; premio alla corriera, assegnato da pentecostine&intercostali a scrutinio collegiale; premio baghetta, assegnato dal santo spirito a scrutinio pneumatico.
# PREMIUM (1 magnum di 5 l. di prosecco) DELLA GIURIA (gli 86 rimasti all’1 di notte in un clima stranamente primaverile alla fonte dei giardinetti di via benedetto marcello, davanti all’albero della vita dedicato a falcone e borsellino):
Nico Polerti, Fora de ora, Vegre Ed. (27 voti). vece paroe fonde che pare sogni.
sgàlmare salde pai cavini de lea.
paroe vece
piantae in testa
cofà carui ’n tel legno.
ve go catà rento i ani
bevue coa boca del rìdar e del criar.
paroe che ’l can del vassoro
ga s-cioà dai ruji, dai grèpani,
che le canzon sberegae dea vendema
ga despicà dai ricordi.
paroe cofà ganbe de panocia
tute defilato,
invergolae tòsseghe e dolzi
al briscolar de le stajon.
me conpanadego e pan
al primo capir le robe.
2a: Natalia Bondarenko, Confidenze confidenziali, Rayuela Ed. (16 voti). ieri notte, nel sogno, ho chiesto tramite goethe al suo amico prediletto, mefistofele, cosa pensa di me compresa la mia anima, e stanotte, nella fretta del risveglio ci siamo messi d’accordo sul prezzo [non sapevo che i saldi fossero iniziati da un pezzo].
3a: Antonella Bukovaz, al Limite, Le Lettere Ed. (8 voti). cercarsi tra i gesti che spingono forti di una sfida ai legami andare e trattenuti mirare l’attraversamento e già immaginarsi la fine e l’oltre nel preciso istante e un po’ più in là e ciò a cui vai incontro ti segue resta con te e ti impedisce ti scolpisce – diventa te sei tu. tesa tra due e più centri parete linea trincea inizio e fine patto con l’alta marea limite io di me limite. ah! se solo provo a scavalcarmi a evitare lo sguardo mio di me che guardo scavalcare me che scavalco che trapasso il superarmi sfondo e mi trafiggo sbilancio e passo da un’idea all’altra ad altra vita mi trasmetto mi perforo scorro e trascorro sempre oltre vado e vedo me che vedo me là in fondo. prendo la rincorsa e sfondo viaggio veloce scivolo dall’altra parte mi prendo per la coda mi raggiungo arrampico il mio doppio mi scalo mi aggrappo e rientro senza intoppi ri-sono io ho fatto il giro – vedi! non mi sono d’impiccio non ti confondo sono qui per qualcos’altro tradurremo la luce del faro.
3a: Greta Rosso, In assenza di cifrari, LietoColle (8 voti). questo è il convegno politico della poesia:
il suo consiglio d’amministrazione la sua finanziaria:
creeremo una rete che consideri:
valutazioni quantitative del fenomeno poesia
tecnici della poesia assistenza post vendita della poesia
critica delle situazioni sconcertanti e rischiose
atteggiamento del pubblico della poesia
la recessione della poesia, direttamente proporzionale alle
vendite
codice utente fidelizzazione verifica dei costi e dei ricavi
critica della poesia sotto forma di comunicati stampa
# PREMIO (acquaforte di carpagigante/carpagigante d’acquaforte by luciano ragozzino) ALLA CORRIERA:
Alessandra Carloni Carnaroli, Femminimondo, Polimata Ed. trenta giugno uccide l’ex e l’altra ne ho fatte secche due e adesso m’ammazzo scusate se gli ho rotto la faccia gli ho fatto i buchi sotto le guance per farci passare l’aria gli ho tolto gli occhi per non farle invecchiare è entrato come un rospo dalla porta di dietro io lavavo i piatti della colazione il cane non ha detto niente gli ha mosso la coda l’ha riconosciuto io pensavo adesso questo cosa vuole vuole fare pace vuole un altro bacio vuole un biscotto gli ho appena tirati fuori dal forno gli do un biscotto e lui dopo va via subito mi lascia stare mi fa tornare alle tazzine con lo zucchero attaccato e invece quello si toglie un fianco e me lo punta contro come se al posto dell’osso c’è la punta del suo cuore marcio che butta sangue e mi scrive sulla fronte brutta stronza te la faccio pagare e sotto comincia a passarci un fiume mia figlia non ha visto niente lui ha fatto cucù dalla strada come se era un orologio rotto che segnava l’ora sbagliata e invece di uscire un uccellino è uscita la sua mano di ferro e il becco mi ha bucato il collo per fortuna che mia figlia non ha sentito niente hanno suonato appena le otto
quasi-ex-equo a Nadia Agustoni, Il mondo nelle cose, LietoColle. quando c’è chi va nel buio in alto in casa muovono seggiole forchette bicchieri a volte nei vetri suonano casa sembra pareti sembra coniglio avere paura fino al prato. ci credi la casa un mare il diluvio dei muri, i minuti il numero dei morti negli abiti stesi nell’aria, ci pensi casse leggere paese rimasto cortili gente che crede al ciclope ai mostri alla televisione: “sono con i musi di allora e foglie piccole come del mondo dare il pane il tempo contato nel tempo ma rimasti a pensarci come il bene di prima.” i vivi siamo quello che fa il bene gli uomini sono tavoli il mangiare della terra guardare le rose, capire: darai essere nato, scavare inverni, ma rame le gambe salire, così nelle spalle sacco fare tempo, i polsi quasi vivi quasi polvere leggere col dito queste parole e dentro stare il modo di foglie andare via: qualcosa è abitudine qualcosa non sa qualcosa (nel volto guardare dopo sappiamo piangere gli occhi cresciuti come crescere le piante in basso le radici ali sciolte di insetti staccate presto prestissimo dalla vita). la vita è perché i temporali fanno questo spavento nessuno lo dice i morti graffiano il vento sulle mani, portano cose portano giorno prendere viso braccia.
# essendo stato il discorso celebrativo-comprensivodimotivazione del s.s. funestato dal furto in contemporanea della sua ex-bicicletta, lo riassumiamo brevemente qui: de pietro e ostuni sono lo yang e lo yin della poesia, e siccome il baghetta si assegna di notte ma si sforna alla mattina, il PREMIO (“get bout”, baghetta lignea by pietro spica) BAGHETTA va a:
Giampaolo De Pietro, La foglia è due metà, Buonesiepi Ed. fotografia, i vecchi della piazza che oggi danno le spalle affacciati alla ringhiera sul futuro asilo comunale, il sole a sud-ovest si purifica a tramonto, la piazza immobile vacilla o sembra sprofondare perché a sentirsi trascurata, forse scomparirà col pomeriggio, finendo appena in fondo al giorno, insieme al centro, l’ego, il giro tondo, tutto. filo dei ripensamenti.
ex-ex-equo a Vincenzo Ostuni, Faldone zero-venti, Ponte Sisto Ed. («naturaliter seguono i picchi e le valli delle cose umane – delle generazioni, ad esempio; per dire: adesso, mia madre affacciata al quinto piano che saluta a larghi gesti mio figlio nel cortile; procedono per un tracciato fasico che interseca ma non perturba quello tonico della morte dei più. è la violenza, dal canto suo, ad essere invece ferma, un’onda piatta o l’assenza di un’onda – e non un climax o un ciclo o un fattore d’attenzione nello spettro frequenziale della storia»).
# amen