Cosa ti/vi ha spinto a creare una rivista letteraria? E quanto tempo fa è successo?
Abbiamo fondato Colla nel 2009 perché eravamo grandi appassionati di riviste e perché avevamo voglia di iniziare a darci da fare con scouting e editing. Alcune delle riviste che seguivamo con più interesse, come Eleanore Rigby o FaM, stavano attraversando un periodo di stanca, che di lì a poco le avrebbe portate a chiudere. Abbiamo pensato che fosse il momento giusto per provare a dare il nostro contributo, seguire il loro esempio per fare qualcosa che ci rispecchiasse. Inoltre avevamo voglia di dare spazio, anche online, a racconti più lunghi e sviluppati, in un periodo in cui sembrava che online si potesse solo puntare sulla brevità.
Prova a definire la tua/vostra rivista in poche parole.
Colla è una rivista di racconti online. Esce tre volte l’anno e in ogni numero ci sono sei racconti, introdotti da un editoriale. A volte ci sono anche illustrazioni interne, altre no. I primi anni ci occupavamo anche di recensioni di esordi italiani, che venivano pubblicate periodicamente sul sito nell’attesa tra un numero e l’altro.
Quanti numeri sono già stati pubblicati e quando uscirà il prossimo?
Finora (giugno 2018) abbiamo pubblicato 25 numeri. Il prossimo è previsto per l’autunno.
Cosa cercate e pubblicate? Racconti, estratti, poesie? Hai/Avete un genere o delle regole precise?
Cerchiamo racconti di lunghezza compresa tra le 5.000 e le 25.000 battute (spazi inclusi). Non abbiamo un genere di riferimento, ma è quasi impossibile che un racconto puramente fantasy o rosa ci convinca. Abbiamo invece qualche volta pubblicato racconti che potessero dirsi vicini alla fantascienza e ci piacerebbe ricevere qualche bel giallo.
Non ci occupiamo di poesia, mentre a volte hanno trovato spazio, sui nostri numeri, anteprime/estratti di romanzi in uscita.
Cosa deve fare un autore per convincerti/vi a pubblicare un suo lavoro?
Semplicemente scrivere un racconto che incontri il nostro gusto.
Pubblicate anche in cartaceo? Se sì, dove si può trovare la tua/vostra rivista?
Esistiamo esclusivamente online, anche se in occasione dell’ultimo Book Pride milanese, l’organizzazione ha finanziato la stampa di cinquanta copie del numero 25, che abbiamo poi distribuito gratuitamente.
Qual è la soddisfazione maggiore o inaspettata che ti/vi ha dato la tua/vostra rivista?
Ci fa sempre piacere (e ci fa capire di essere diventati vecchi) scoprire di essere stati un punto di riferimento per altre riviste, averne ispirato in qualche modo la creazione. Ci riempie poi d’orgoglio il fatto che un autore “nato” su Colla arrivi in libreria con un proprio romanzo o una propria raccolta, com’è accaduto più volte.
Cos’è che ti/vi ha fatto davvero cascare le braccia?
Alcuni editor di narrativa italiana non hanno una conoscenza nemmeno vaga delle riviste. Questo ci dispiace molto.
Cosa ti/vi spinge ad andare avanti in questa attività così poco (o per nulla) produttiva?
Colla è nata anche perché noi della redazione potessimo fare gavetta, imparare a cercare e trattare i testi, relazionarci ad autori affermati o sconosciuti. Adesso che di anni ne sono passati quasi dieci e che questo compito è stato pienamente assolto, c’è un solo, semplice, motivo per continuare: fare Colla ci piace e ci piacerà ancora per molto.