Cosa vi ha spinto a creare una rivista letteraria? E quanto tempo fa è successo?
È successo un paio di estati fa. Ciascuno di noi, mentre meditava su cos’altro fare per rendere la propria vita ancor più eccitante, ha ricevuto la chiamata della voce squillante e colorita della “Capa” Maria Di Biase. Avevamo notato un certo pregiudizo verso la forma racconto e volevamo dimostrare anche agli scettici che il “non detto” tipico dei racconti riusciti è in realtà molto ricco. Non si è mai trattato di dimostrare la superiorità di una forma rispetto ad un’altra, piuttosto di invitare a riflettere, a sperimentare e ad abbracciare “anche” la forma narrativa breve. Come gruppo di lettori, ovviamente, volevamo anche divertirci insieme. Poi, piano piano, Tre racconti è diventato un progetto più serio…
Provate a definire la vostra rivista in poche parole.
Tre racconti è uno spazio per storie brevi e voci nuove. Storie che devono funzionare e voci che, quando serve, aiutiamo a venire fuori con un rispettoso confronto con l’autore (o l’autrice) e con un rispettoso lavoro di editing.
Quanti numeri sono già stati pubblicati e quando uscirà il prossimo?
È in gestazione il settimo numero e la pubblicazione è a cadenza trimestrale. Dentro ogni numero ci sono tre racconti inediti, vale a dire mai pubblicati né in cartaceo né in digitale. In più, come chicca finale, il fumetto di Marco Capra. Troviamo che il racconto per immagini dia un tocco orginale in più alla nostra pubbicazione e che esprima la nostra volontà di sperimentare con la narrazione breve. L’uscita del prossimo numero è prevista per fine luglio. In tempo per le vacanze.
Cosa cercate e pubblicate? Racconti, estratti, poesie? Avete un genere o delle regole precise?
Solo racconti, purché rispettino due regole fondamentali: siano inediti (e per inedito intendiamo mai pubblicato in nessun luogo cartaceo e digitale) e che non superino le 15.000 battute, spazi inclusi. Cerchiamo anche illustratori con cui collaborare. Le illustrazioni sono altrettanto importanti.
Cosa deve fare un autore per convincervi a pubblicare un suo lavoro?
Siamo in nove e ciascuno di noi ama e coltiva generi e gusti letterari diversi. Ma al di là delle predilezioni personali (non parliamo poi di quelle gastronomiche, ancora più variegate) siamo d’accordo nel cercare racconti che contengano innanzitutto una storia, cosa che non è sempre scontata a giudicare da ciò che si legge in giro. Raccontare storie non è semplice perché le storie sono dei congegni che devono funzionare. Devono “seminare” nel loro svolgersi per poi “tornare” nel finale. Sono i racconti che hanno una chiara idea dietro. Noi vogliamo un’idea e una voce che ci sorprenda. Nessuna preferenza di genere.
Pubblicate anche in cartaceo? Se sì, dove si può trovare la vostra rivista?
No, per ora pubblichiamo esclusivamente online. Cosa che ci permette di diffondere il nostro lavoro e promuovere i nostri autori (esordienti) presso un pubblico potenzialmente molto ampio. La rivista è disponibile gratuitamente in versione pdf e sulla piattaforma ISSUU. La trovate sul nostro sito web: www.treracconti.it/rivista
Qual è la soddisfazione maggiore o inaspettata che vi ha dato la vostra rivista?
La soddisfazione più grande l’abbiamo ogni volta che i nostri numeri vengono letti e apprezzati. I feedback sono sempre molto preziosi. Ma sicuramente quando abbiamo visto Tre racconti in un articolo de Il Libraio, vicino ai nomi di tante altre riviste più longeve di noi, abbiamo capito che non eravamo più debuttanti e che stavamo facendo qualcosa di piccolo ma buono.
Cos’è che vi ha fatto davvero cascare le braccia?
Vedere nella nostra casella di posta… dei romanzi! In realtà non è capitato spesso. Quello che però ci lascia sempre un po’ perplessi è l’evidente superficialità di alcune mail e di alcuni racconti che ci arrivano. Se nel testo sono presenti dei refusi o i tipici errori di distrazione vuol dire che quello stesso testo non è stato neanche riletto dalla persona che l’ha scritto. Un aspetto che non depone certo a favore dell’autore. Un errore può sempre capitare ma se gli errori sono diversi e sono gravi è un altro discorso.
Cosa vi spinge ad andare avanti in questa attività così poco (o per nulla) produttiva?
Ci sono molte ragioni, ma forse la principale è che siamo un gruppo molto affiatato. Andiamo avanti perché ci divertiamo a leggere i racconti e a confezionare una rivista che sia ogni volta sempre più bella. Questa attività è diversamente produttiva: ci fa stare insieme, ci fa leggere, ci fa imparare molto. Sono cose per cui si paga e noi le abbiamo gratis. O quasi.