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I POETI MORTI NON SCRIVONO GIALLI

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Un grande poeta senza soldi si lascia convincere dall’editore e scrive finalmente un giallo. Essendo svedese, le prospettive economiche sono interessanti; prima ancora di arrivare all’ultimo capitolo, si prospettano per Jan. Y. Nilsson ricchi contratti internazionali. Non li firmerà, perché I poeti morti non scrivono gialli, o almeno non li portano a compimento. Con questo titolo, francamente lapalissiano (i poeti morti non scrivono un bel niente) Björn Larsson ha congegnato una divertente macchina parodica tradotta, come tutti gli altri suoi romanzi, per Iperborea. È un gioco di stereotipi, sia nell’assunto principale, sia nei personaggi che si muovono nella vicenda stessa: manco a dirlo, il giallo del poeta si intitolerà Uomini che odiano i ricchi, dove il calco evidente sull’altro Larsson (Stieg) apre a  giochi di specchi che ricordano antiche ricette francesi dell’Oulipo, il commissario Barck compone versi e i giallisti “veri” ammettono che «tra un po’ nessuno scriverà più romanzi normali». Forse Larsson regola qualche conto. In ogni caso ha ottimi suggerimenti per chi magari avesse preso un po’ troppo sul serio la letteratura di genere del suo Paese. A nostro avviso, spesso un po’ tediosa.

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