Ammiccamenti, seduzione, gestualità, sensualità, avvenenza, idiosincrasia per l’osceno. Il burlesque potrebbe riassumersi così, a stretto raggio, così stretto da far mancare il respiro dentro quel corpetto snodabile, esplosivo quanto basta per slacciarsi in autonomia. Le nottate del Royal Burlesque Revue – Milano, sotto la guida del delizioso directeur Virgile Riccomi (Voodoo De Luxe – Retrò Events) sono un concentrato di dettagli calorosi dal sapore di liquirizia e cioccolato, dietro una piuma, sotto l’egida dell’unghia laccata, di fianco al bagliore confortevole della brillantina smussata sulla pelle. Lo si avverte sin dai primi sketch quanto sia magica l’atmosfera appositamente ricreata(si) durante queste esperienze condivise abbaglianti, stimolanti, alcoliche per il gusto dell’estetica e della convivenza emotiva. Profumate di un profumo inebriante. Il burlesque è un sotto-pelle, quell’abito e quel vestito, quel cappello e quel reggiseno, è un serpente sensoriale autarchico che sviolina nelle interiora, distilla tocchi d’arpa tra le costole, permette lo sgorgare del sangue attraverso le mani volteggianti e si abbevera alla fonte dei corpi (Society). Uniformi, maestosi anche nelle loro fragilità più effimere. Belli (non dannati) e svelati. Tra le varie performers di queste nottate gioco-focose (che vedono la partecipazione anche di note star straniere quali Miss Zelia Rose, direttamente dallo show della regina indiscussa Dita Von Teese) spicca la Sig.ina Giuditta Sin, pavone anni ’30 dal peso piuma armonioso, mai volgare, donna dai mille rivoli di garbo.
Il catagolo della Gremese Editore (su cui tornerò spesso) propone tra gli altri uno speculare approfondimento al tema, Eros e Burlesque – La storia, i segreti e le immagini di un’arte che seduce gli uomini e affascina, sempre di più, anche le donne. E oggi si può ben dire che siano le donne (anche qui) a farla da padrone (la cara folletta del burlesque Sara Bin ne sarebbe entusiasta). L’ironia, lo scherzo e lo sberleffo strada facendo stanno mutando direzione, come se tutto fosse nato e originariamente portato avanti nel tempo con una certa fisionomia immutabile e a un certo punto ci accorgessimo che contaminare si può, mantenendo lo scheletro. E ne è una palese dimostrazione la performance di miss Maud Amour, quasi fosse una sorta di punk– burlesque, accelerato da ritmica techno americana. La contaminazione, essenziale come un bacio con la saliva. Lo status quo prevede(va) piume, guêpières tacchi a spillo, ciglia finte e nuvole di cipria, locali fumosi ed estetica pin-up ma è tutto qui ancora oggi? Nel libro si analizza, con una carrellata divertita, il corollario di episodi che vedono crescere il genere tra i Quaranta e i Cinquanta, intervallando passato e presente, ventagli e coppe di champagne (altro che Miley Cyrus), taglie perfette e taglie forti. Con un occhio di riguardo (che non guasta) alla terminologia appropriata: bumps and grinds, teasing, tassel twirling e così via. La trasformazione sfocia nella fusione coi generi, dal palco al cinema, dall’arte contemporanea al circo ed il cerchio magico della ruota della fortuna si impregna di attualità, vagheggiamenti, satira, contemporaneità. Non mancano i consigli per gli acquisti, dagli accessori all’abbigliamento, in un gioco di trucco e parrucco, vedo-non-vedo, re e regina per una notte. Vivere burlesque, respirare burlesque è possibile e contrariamente a certi ambienti settari ove vige silenzioso il fantasma del ci devi nascere qui regna la regola del ci devi provare. La porta è aperta. Grazie Vesper, il tuo passato è prezioso. Avanti Royal ci sono portoni da spalancare!
Vesper Julie – Eros e Burlesque (Gremese editore, 2016, pp. 168 con circa 100 foto in b/n e a colori, euro 24).