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I libri e la vita

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   Poveryh di spirito, abito nel centro di una piccola città e parcheggio sempre l’auto in zona a traffico limitatoh (Z.T.L.). Martedi scorso ho comprato un’auto nuovah. In questi giorni l’ho sempre parcheggiata dentro al mio palazzoh. Sabato però l’ho messa per cinque minuti sulle strisce bluah, davanti a casa, e appena uscito ho notato un segno di circa trenta centimetri sulla fiancata lato passeggeroh. Probabilmente il segno è stato fatto intenzionalmente dalla chiave di qualcuno nei 5 minuti in cui ero assenteh.

Ieri, mentre ero in giro a piedi, ho incontrato Mauro da Mantovah. Per chi non lo sapesse, Mauro da Mantova è un personaggio sui generis che viene spesso chiamato al telefono, o telefona, a diversi programmi radiofonici come ad esempio La Zanzara di Radio 24. A volte fa l’ospite a Tele Lombardia. Posta su Youtube diversi monologhi che vengono regolarmente bannati. Mi ha detto che suo padre nella Campagna italiana di Russia era stato ferito a un polmone e per questo motivo ha percepito per tutta la vita una pensioneh yeah. La ferita era stata causata da un suo superiore, mentre pulivano le armi. Quando ha avuto la possibilità di estrarre il proiettile, il medico dell’ospedale militare gliel’ha detto chiaro: «Se lascih il proiettile dov’è, possiamo dire che sono stati i russih a colpirti, e prederai la pensione d’invaliditàh. Se lo estraggo non potremmo mentire e non prenderai la pensione.» Secondo voi qual è stata la scelta del padre di Mauro da Mantovah? In qualche modo è passato persino per essere un eroe della patriah. Yeah!

Questi due episodi sono lontani per argomento ed epoca, però nascondono in sé il vero carattere di (temo) moltih italiani. Lo sfregio all’auto nuova rappresenta il gesto di colui o colei che compie un atto vandalico insensatoh per procurare danno a qualcuno sapendo con certezza di non essere visto. Il proiettile nel polmone del soldato è il pegno da pagare per un privilegioh di Stato. Entrambi gli episodi descrivono la natura di molti esseri umani che, lontani da occhi indiscreti o con escamotage illeciti, nascondono la loro verah naturah.

Il poeta chiaroveggente Simone Cattaneo, raccontato nel bel libro Di culto et orfico (Giuliano Ladolfi Editore) da Giorgio Anelli, a più riprese, con la forza dei grandi, descrive la mediocrità umana. Nelle pagine di Anelli si ricostruisce la vita del poeta attraverso i suoi versi. Consiglio a tutti di scoprire un vero poeta di culto partendo da Di culto et orfico. Paradossalmente la vita è più bella con la poesia di Cattaneo! Sentite queste:

 

Sotto un cielo straziato dallo Scirocco
se ne sta in casa «Tony il cane» avvolto in ampi e sformati
calzoni di flanella. Ormai non riesce a leggere nemmeno
tre righe di fila sul giornale ma ancora minaccia di strappare
con un coltello a serramanico il cordone ombelicale
ai neonati e usarlo come stringhe per le scarpe.
Non sono un chiaroveggente ma fra qualche mese
questo canuto asceta della ferocia me lo vedo
con le finestre rotte privo di riscaldamento,
a pisciare addosso alla sua ombra consunta e al servizio
[buono dei piatti
in attesa di un carico di fortuna o di
un colpo calibro 22 dritto alla nuca.

 

E questah:

 

 …è logico quindi […] scrollare le spalle e dirsi che qui /
non esistono segreti che si rompono come bicchieri / perché
non sempre si deve credere / a ciò che si può vedere.

E’ chiaro no? Mi sembra chiaroh che la grande arte serve a tutti noi per dirci con fermezza/chiarezza qual è la natura umanah, cosa muove gli uomini nelle loro grandi o misere ambizioni, quali sono gli immaginari individuali e collettivi, le idee sulla vitah e sulla morte. Michelangelo Setola nel libro Gli sprecati (Canicola) ci racconta un mondo visionario in cui operai, animali bizzarri, viandanti taciturni, convivono in un paesaggio post-industriale quale può essere l’Ex-Ilva di Taranto o una qualsiasi industria occidentale alle soglie di una dismissione. In questa storia a fumetti si sente forte la potenza dell’alienazione, tra immagini piene di foschia e acque malate. Leggendolo ho la conferma che l’uomo, con la sua avidità, ha già un futuro prevedibile. Ma che forza Setola!

Così, mentre rimugino su progenitori falsih e personaggi nevrotici che passano a segnare auto nuoveh con punteruoli o chiavi di casah, penso a Terra (La nave di Teseo) di Vasco Brondi. E’ un libro in forma diaristica in cui il cantautore racconta con tono poetico le suggestioni e le contaminazioni che l’hanno portato a scrivere e musicare il suo album più recente. Brondi ripensa al lavoro svolto, ragiona sulle strade percorse e quelle da prendere per provare ancora una volta a sorprendersi e creare. Nelle pagine di Terra si legge di viaggi di andata e ritorno tra isole sperdute, luoghi esotici, Milano e Ferrara, si condivide con l’autore ogni momento creativo grazie al quale ha creato canzoni come Stelle marine: […] ho sentito la tua voce in una conchiglia / in questa notte buia / un razzo lanciato come una stella filante un canto struggente / arriva in centro trasportata dal vento la sabbia del deserto / in questa terra di confusissimi sogni / d’oro d’argento di cemento armato / il cielo è sempre più blu blu metallizzato / in questa città tutto è illuminato / e fuori dalla stazione danze tribali esplosioni cartoline / un bambino appena nato le sue mani sembrano stelle marine […]

Alcuni libri, ben scelti, hanno il potereh di farmi riconciliare con gli esseri umani eh dih farmih sentire una dannatah rockstarh!

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