“Una Ferrari in pista o una Ferrari in garage, dipende da come le gira.”
A detta del suo più stretto collaboratore e compagno di avventure, questa è Priscilla Salerno. Esplosiva, le scintille mi schizzano addosso dall’altra parte del mondo (Miami, dove è “bloccata” causa coronavirus) e le parole sputano sentenze sotto una chiave di lettura molto semplice e diretta: “toglietemi tutto ma non la mia essenza”.
Samuel Chamey
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La mutazione del porno, quali cambiamenti si sono instaurati nel ruolo della pornostar?
Mi sono calata nella parte inizialmente come star, attrice per grosse produzioni. Dopo sette anni mi sono presa una pausa, viaggiando negli Stati Uniti e studiando come interior designer. Da un anno a questa parte ho ripreso la scia del porno notando nell’immediato i cambiamenti che nel frattempo ci sono stati durante la mia assenza. Ho constatato che l’attrice è diventata la protagonista che fa girare la produzione (abbandonando il vecchio ruolo di star); è al passo con internet e con l’evoluzione dei meccanismi digitali. Ci sono stati cambiamenti sostanziali, così ho preso la palla al balzo per aprire una mia casa di produzione, potendo contare su un bagaglio decennale di esperienza. Grazie alle varie conoscenze maturate nel tempo ho costruito una squadra d’assalto che mi potesse supportare nella nuova avventura: tecnici, informatici, esperti in digitale e comunicazione, competenti e professionali.
Hai viaggiato molto e continui a farlo, quanto è importante per una professionista come te?
Chi viaggia vive due volte, se dovessi rinascere rifarei esattamente le stesse identiche cose senza mai fermarmi. Ho conosciuto tantissime persone e personalità, imparato le lingue, ho appreso quanto sia importante curare se stessi, il proprio corpo, l’anima e la mente. Non lasciarsi mai (s)cadere nel banale e soprattutto conoscere e capire gli uomini, saperli affrontare e gestire. Ho avuto modo sin qui di incrociare molte persone competenti e di varia estrazione professionale, mi sono inserita con piacere anche nel cinema d’autore e ho sostenuto un progetto che denunciava i maltrattamenti degli anziani nelle case di cura. Inoltre mi sono fatta carico con estremo piacere di un ruolo formativo, docente su temi quali sessualità e revenge porn nelle scuole superiori. Prima dell’avvento del coronavirus stavo per inaugurare un’associazione contro la violenza sulle donne con il supporto di una cara amica avvocato.
Il detto “cogli l’attimo” quanto lo si può considerare parte integrante del tuo percorso?
Nella vita tutto ha un limite, un inizio e una fine. Il mio corpo non sarà piacevole per sempre e non avrò la stessa forza per sempre. Faccio la pornostar, ma ho avuto la mia azienda di interior design, mi sono già sposata quattro volte, ho vari appartamenti e faccio la modella. Cosa mi manca oggi? Vorrei entrare in politica ma non come una pagliaccia; vorrei fare questo passo con tutte le precauzioni del caso. Un ruolo di primo piano che ha bisogno di impegno e serietà. Anche perché il portaborse di Conte è Rocco Casalino del Grande Fratello, per cui sarebbe il caso di rivedere alcune cose no? L’unica figura che apprezzo è Giorgia Meloni perché dice le cose come stanno e parla davvero alla pancia del paese, come donna, madre e figura politica autorevole.
Ho come la sensazione che tu sia esattamente ciò che trasferisci in parole e fatti, sei sempre senza filtri?
La gente va fuori di testa per me perché sono vera! Io non faccio sesso per soldi ma per il pure piacere di farlo! Sono entrata nel mondo del porno senza cercarlo, la mia prima esperienza nacque con l’obiettivo di comprare i regali di Natale per i miei genitori, quindi proprio per necessità e gioco. Ringrazio il giorno che ho avuto modo di conoscere Riccardo Schicchi e Marzio Tangeri perché senza di loro molto probabilmente non avrei trovato la via per emergere. Sarei rimasta a Salerno, senza lavoro, ignorante e all’ingrasso! Famigliola (in)felice, tanti figli, l’uomo medio come marito (corna comprese) e così via. Mi sono salvata la vita col mio lavoro però non lo consiglierei mai a nessuna, men che meno a mia figlia. Fare la pornostar significa portarsi un marchio per tutta la vita. Si può intraprendere questa professione solo per vocazione, bisogna avere un pelo sullo stomaco enorme e non è semplice. Ci si deve disinteressare totalmente del giudizio della gente. E andare avanti senza ascoltare nessuno. Se tutte queste mattonelle sono al loro posto, allora ci si può mettere di fronte a una telecamera. Perché un video ripreso col telefonino oggi sarà per sempre online e chiunque lo potrà vedere. Le conseguenze sono figlie delle nostre azioni, sempre.
Quali le differenze tra estero e Italia nella considerazione a tutto tondo della tua professione?
All’estero la pornostar è un’imprenditrice, in Italia è una poco di buono. Sono l’unica pornostar ad avere una extraordinary ability visa negli Stati Uniti e la prima ad avere avuto la doppia spunta blu su Instagram, per cui il mio lavoro e le modalità con cui mi esprimo sono di primo livello, non si può dire lo stesso per tante altre. Non a caso non amo andare in televisione perché dico sempre quello che penso senza filtri. Quando scriverò il mio libro racconterò talmente tante cose sulla Chiesa e sulla televisione da far cadere le braccia a tanti!
Mi sembra tu abbia smaltito l’ipocrisia da molto tempo o mi sbaglio?
Non è tutto oro quello che è… luce. Inutile abbassare il velo dell’ipocrisia, non possiamo pensare di trattare la pornografia solo ed esclusivamente sotto le mentite spoglie del cinema d’autore. Farmi accettare? Non mi interessa. Non possiamo vivere per servire il giudizio altrui, i robottini li lascio alle catene di montaggio.
Una collega che stimi nel tuo settore?
Valentina Nappi. Metto un muro tra me e altre insopportabili “figurine” del settore, impazienti di spuntare dalle televisioni nazionali.
Seguite Priscilla Salerno su Instagram, state al passo coi tempi e diffidate dalla pornografia “in giacca e cravatta”, il vero volto del male è nascosto tra le pieghe (fin troppo evidenti) della società perbenista in progressivo sgretolamento.
Samuel Chamey