Nato a Thala il 2 agosto del 1950, Gerard Berréby è costretto a lasciare la Tunisia con la sua famiglia, senza speranza o desiderio di ritornarvici. Da allora vive a Parigi, dove nel 1982 ha fondato Allia, una casa editrice divenuta nel giro di due decenni tra le più prestigiose del panorama francofono. Nel tentativo di valorizzare un pensiero in divenire, del movimento e privilegiando inizialmente i testi trascurati dagli altri editori o privi di copyrights, il suo catalogo vanta al giorno d’oggi più di ottocento titoli, sovente accomunati dalla tematica della rivolta. In Italia il suo nome è soprattutto associato alla prima traduzione integrale dell’opera in prosa di Leopardi. Editore irregolare alla stregua dei molti autori che ha dato alle stampe (Benjamin, Vaneigem, Scutenaire, ecc…), redattore della rivista Feuilletton, oltre che artista poliedrico, le cui opere sono state esposte in Francia, Belgio, Italia e Repubblica Ceca, Berréby è l’autore di tre raccolte poetiche, Stations des profondeurs (2010), Joker & Mat (2016), La banlieue du monde (2019) e l’inedita La couleur des mots da cui è tratto questo testo.
Riccardo Antoniani
#
I tempi vissuti non erano quelli odierni,
dopo aver distillato
la discordia a tutti i livelli
eccoci inguaiati
con incertezze maggiori
spaventati e persi
il rumore dell’impotenza
la gente muore e altri parlano
troppo davvero troppo
non c’è più posto nei cimiteri
si riduce lo spazio
il tempo si dilata
si confondono le ore
e i giorni s’allontanano
la malattia di un mondo malato
paura angoscia e terrore
fuoriescono dalla maschera tragica
delle apparenze.
Aprile 2020