Claudia de Lillo è diventata famosa per il suo blog Nonsolomamma.com con il quale è diventata un punto di riferimento per un nutrito numero di donne, e per il quale è stata nominata Ufficiale al Merito della Repubblica per aver inventato il personaggio di Elasti.
Giornalista e conduttrice radiofonica, ha scritto numerosi romanzi.
Ricatti, edito da Mondadori, in libreria a partire da oggi 30 giugno di cui pubblichiamo un estratto in esclusiva, è la seconda storia scritta dalla de Lillo, che vede protagonista Nina Forte, l’autista privata con un olfatto da segugio, già protagonista del fortunato Nina Sente, del 2018.
Mettendo a frutto i suoi studi in economia e commercio, la scrittrice ci trascina in una storia di banchieri e di soldi sporchi, in cui la sua protagonista scivolerà quasi senza rendersene conto, avvinta dalla spirale più insidiosa: la seduzione.
La vita di Nina è complessa, la separazione dal marito le ha lasciato un passato di fragilità e depressione, oltre a un figlio adolescente – Davide – che l’affronta e la sfida con tutta la carica di contraddizioni tipiche della sua età.
A trentacinque anni si trova a fare i conti con le differenze tra un presente deludente e un passato di sogni infranti. L’auto che guida, ereditata insieme al lavoro da suo padre, è il simbolo del compromesso che Nina ha dovuto accettare per tirare avanti; ma diventa anche il vascello con il quale salpare verso un’avventura pericolosa in cui la spingerà un passeggero tanto conturbante, quanto pericoloso.
Il lusso nel quale Tony Colombo la porterà, sarà solo un aspetto del nuovo mondo in cui Nina Forte si troverà a guidare la sua vita.
Il resto lo faranno i viaggi all’estero, le cene eleganti, gli uomini d’affari che le toccherà incontrare, le prostitute, il pericolo e i ricatti che le toglieranno il sonno e la costringeranno a fare i conti con la propria naturale curiosità, con il suo essere donna e madre.
Claudia de Lillo conserva la freschezza dello stile di Elasti, la capacità di cogliere le sfumature della vita quotidiana, e di raccontare anche con una punta d’ironia le difficoltà dell’essere madre e donna nel mondo di oggi.
Chi ha amato il suo blog e la precedente avventura di Nina Forte, certamente non mancherà di apprezzare questa sua ultima fatica.
Pierangelo Consoli
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Di seguito l’estratto in esclusiva da Ricatti (Mondadori) di Claudia De Lillo nelle librerie dal 30 giugno.
«Come ti vesti?» Il tono di Marlena suonava accusatorio.
A Nina parve di essere spiata. Le descrisse l’abito.
«E la lingerie?»
«Una cosa semplice ma elegante.»
«Hai una giarrettiera con delle calze a rete?»
«No.»
«E un body nero, possibilmente di pizzo?»
«Nemmeno.»
Marlena sbuffò. Nina la immaginò mentre alzava i suoi occhi bistrati al cielo.
«Devi procurarti queste cose. Sono una richiesta del cliente. Dove sei in questo momento?»
«A casa mia.»
«Vai in via Settembrini, nella boutique dove mi servo io.
Vendono intimo, abbigliamento, giochi e cose così. Si chiama Fiori Blu. La proprietaria, Serena, è amica mia, una per- sona fidata e discreta. La chiamo subito e le spiego di cosa hai bisogno. Le darò indicazioni anche sull’abito che devi comprarti.»
«Mi sembra eccessivo…»
«È fondamentale invece. Il cliente mi dà sempre istruzioni specifiche. Altrimenti è meglio non presentarti.» Il tono di Marlena non ammetteva repliche. «E non preoccuparti per la spesa. Ci pensa il cliente a rimborsarti. Muoviti, però, e prendi tutto quello che ti dice Serena.»
Nina entrò nel negozio e fu accolta da una creatura giunonica, con una massa di boccoli color rame e un miniabito blu che lasciava scoperte due gambe lunghe e muscolose avvolte da collant color senape. Aveva tratti marcati e labbra rosse, ben disegnate. Una certa durezza nel viso e le forme imponenti, quasi maschili, erano bilanciate da una dolcezza materna nei modi. «Devi essere l’amica di Marlena. Ben- venuta.» Aveva una voce calda e roca, da fumatrice o forse, pensò Nina, da donna che prima era stata uomo.
Il negozio era vuoto. E la donna, che si presentò come Serena, chiuse la porta a chiave. Nina gliene fu grata. L’ingresso, a un’occhiata frettolosa, era quello di una boutique di abbigliamento intimo e non: c’erano manichini in slip e reggiseno, vestiti addossati alle pareti, scarpe, guanti, cappelli e altri accessori. Poco più in là, facevano bella mostra di sé vibratori di ogni forma, dimensione e colore, plug anali dorati impreziositi da graziosi pompon di pelo, vezzosi frustini in pelle appesi a pomelli a forma di cuore.
C’era, ovunque, un profumo di caramelle alla fragola che contribuiva a rendere l’atmosfera più giocosa che torbida. In un frangente diverso Nina si sarebbe divertita a esplora- re le nuove frontiere dei giochi erotici. Sarebbe potuta venire con Ada e avrebbero cercato di indovinare insieme lo scopo di ognuno di quegli oggetti bizzarri.
«Marlena mi ha detto che si tratta di una serata speciale. Dimmi cosa ti somiglia di più.» Serena le fece strada su una scala che portava a un ampio soppalco, con balaustra Art Nouveau. Nina la seguì controvoglia.
La proprietaria dei Fiori Blu conosceva il suo mestiere. Le illustrò, con sorridente naturalezza, tanga sadomaso, guêpière, baby doll che non lasciavano spazio all’immaginazione, corsetti da dominatrice, reggiseni di rete, di pizzo, di lattice.
Nina scelse in fretta una giarrettiera con delle calze a rete nere e un body nero di pizzo con l’unica insidia rappresentata da una serie di lacci e laccetti da legare sulla schiena. «E se mi ingarbuglio e rimango intrappolata dentro questa cosa?» fece, genuinamente preoccupata.
Serena rise. «Io ti insegno ad allacciarli, poi a slacciarli ci penserà qualcun altro, no?»
«Già» si arrese Nina.
«Questo abitino fa al caso tuo.» Si trattava di un vestito nero, anni ’50, stile Audrey Hepburn, senza maniche, con una cintura in pelle lucida a segnare la vita, un top rigoroso e aderente e una gonna a campana fin sotto il ginocchio. Nina lo provò. «Sei una meraviglia. Sembra fatto apposta per te» disse l’altra, orgogliosa della sua scelta.
Nina pagò e si avviò verso l’uscita, ma Serena le fece cenno di aspettare. Le si avvicinò e mise la sua mano grande sulla spalla ossuta di Nina. «Andrà tutto bene.» Si guardarono negli occhi. Serena portava lenti a contatto colorate. Nina se ne accorse solo allora.
Fuori era già buio. Mancavano poco più di venti giorni a Natale e proprio in quel momento, sopra la testa di Nina, si accese una luminaria con la scritta: “Buone Feste”.
© 2020 Mondadori
30 giugno 2020