Quel che più mi affascina di un luogo, una strada, una casa è il romanzo soggiacente, l’impronta che vite, amori, dolori hanno lasciato e connoteranno per sempre quel luogo. Ambrogio Borsani sembra aver intuito e mi fa omaggio di un suo piccolo libro per una sera di grande amicizia. Forse i libri sono il nostro trait-d’union, di libri parliamo, discutiamo, ricordiamo e ce li segnaliamo, ma questo mi era sfuggito e con grande piacere me lo sono portato in studio, contando sulle ore libere, quelle in cui mi posso abbandonare ai piaceri più sfrenati, come quello della lettura. Bello, prezioso anche al tatto, carta paglierina, edito da Neri Pozza che ricordo con nostalgia per lunghe passeggiate a Cortina e altrettante infinite chiacchiere su scrittori e pittori, sul ritratto di Sutherland a Churchill, sul Modigliani che possedeva, sui suoi futuri libri. Quel tempo è passato ma la casa editrice testimonia fedeltà a quel passato.
Ambrogio Borsani è un autore poliedrico, che è stato insegnante universitario, ha fondato e diretto la rivista Wutz, di storia del libro, è stato direttore creativo di tante agenzie pubblicitarie ma soprattutto ha viaggiato, e di questi viaggi ha scritto.
Direi: un grande curioso e narratore di vite in luoghi vicini e lontani, il che gli è valso il premio Chatwin, altro curioso viaggiatore.
In questo libro restringe il suo sguardo alle tante piccole isole dell’universo Italia, ma allarga la descrizione al passato, al presente, alla storia, gli eventi, gli abitanti che le hanno rese famose, dal nord al sud, seguendo un itinerario scientifico e sentimentale.
Iniziando da San Giovanni sul lago Maggiore dove si consumava l’amore tra Umberto Boccioni e Vittoria Colonna, amore breve perché il destino “sépare ce qui s’aiment “ o la vita. Qualcuno o qualcosa tira le fila delle nostre passioni: Boccioni morirà per una caduta da Cavallo mentre le truppe italiane festeggiavano la sesta battaglia dell’Isonzo e forse Hemingway, proprio sull’Isonzo, ferito, meditava “addio alle Armi”. Le lettere testimoni di quell’amore furono ritrovate sul fondo di un baule nel 1954.
A San Giovanni tentava di riposare Arturo Toscanini, visitato da Horowitz e da Ada Mainardi, forse il suo ultimo amore. San Giovanni, come tutte le isole, è un forziere che il tempo non ha potuti aprire, così conserva presenze e segreti.
Sono terre, ma staccate dalla terra, vivono di vita propria. Le ossa di Choderlos de Laclos avrebbero dovuto giacere per sempre nell’Isola di San Paolo, sul golfo di Taranto, ma dopo la caduta di Napoleone la plebe distrugge la tomba e butta i resti umani in mare; commenta amaramente l’autore che quella stessa plebe conserva le presunte ossa dei santi per averne miracoli. Non poteva intuire quale grande miracolo fosse uscito dalla penna di questo capo di guarnigione, ex giacobino che nel 1872 aveva scritto “le liasonns dangereuses”.
A Zannone, tra Ponza e Palmarola, il Marchese Casati aveva preso in affitto e ristrutturato un monastero cistercense del XIII secolo, in rovina perché i frati l’avevano abbandonato stanchi delle incursioni piratesche. Il marchese lì si abbandonava ai suoi piaceri di Vojeur, sfruttando la bellezza della moglie Anna. Ma il bel gioco non dura all’infinito e quando Casati intuisce che la sua felicità volge al termine con un fucile da caccia fa una strage.
Oggi l’isola ha ritrovato la pace ed è un osservatorio ornitologico.
Alla Maddalena nel 1943 fu recluso Mussolini, nel 1793 Bonaparte ancora sconosciuto tentava la conquista dell’isola, oggi è un paradiso di spiagge rosa.
La storia più bizzarra, degna di essere ricordata dall’autore dell’isola che non c’è, si intesse per alterne apparizioni intorno a Ferdinandea, fetta di terra emersa nel 1831, ricordata da Alessandro Dumas e da Camilleri, bombardata per errore da un bombardiere di Regan, scomparsa e riemersa più volte nel corso dei secoli. Attualmente è sott’acqua, ma non si sa mai!
Grave di Papadopoli emersa dopo un’alluvione nel 1882 dal Piave e lì rimasta a testimone di tante carneficine in nome del Piave che mormora «non passa lo straniero».
Baron Corvo, Hemingway, Marguerite Yourcenar, Rudolf Nureyev, Truman Capote, Eduardo de Filippo, Rossellini, de Seta, uno strano filo li lega nel voler scegliere una terra circondata da acque per pensare, scrivere, vivere gli atti finali di una lunga esistenza.
L’elenco è ricco e ogni Isola va ricordata, cosa che l’autore fa con la leggerezza del suo linguaggio, in un racconto piacevolissimo tra geografia, cronaca e letteratura. Un libro sorprendente, tutto da godere!
Carla Tolomeo
Recensione al libro Avventure di piccole terre. Cinquantuno isole italiane da leggere e immaginare, di Ambrogio Borsani, Neri Pozza, pagg. 156, euro 15,20.