«Antonio Medicina sosteneva che, se lo zero e l’infinito esistono, allora è possibile insegnarli agli animali. Così prese due galline e le portò nel deserto. Le lasciò senza mangiare per una settimana sulla base di questo ragionamento: zero cibo, in mezzo a uno spazio infinito. Le galline cominciarono a correre e rotolare sulle dune, ma dopo tre giorni rimasero immobili e morirono. Antonio, tornato in città, disse a tutti che lo zero e l’infinito non esistono.»
Polpette e altre storie brevissime, Jacopo Masini, Del Vecchio Editore, 2021
Per le cronache dalla Libreria, avevamo chiuso prima di Natale gli appuntamenti sulla piattaforma online di Book Advisor, presentando il libro di Jacopo Masini in anteprima, considerando il fatto che sarebbe uscito giovedì 7 gennaio.
Proprio il giorno successivo, venerdì 8 gennaio, abbiam voluto ripartire da Polpette e altre storie brevissime di Jacopo Masini, edito da Del Vecchio Editore nella collana Formebrevi, per creare una serata speciale in leggerezza intorno ai libri. Con l’ausilio di due talentuosi scrittori quali Roberto Camurri e Stefano Domenichini e dell’editor di Del Vecchio, la traduttrice e accademica Paola Del Zoppo, abbiamo letto estratti da Polpette, ma soprattutto suggerito tanti libri da leggere in questo anno nuovo che va a cominciare.
Con la grazia della leggerezza e con l’immediatezza dell’ironia abbiamo sperimentato come continuare il nostro viaggio nel mondo dei libri in un tempo pieno di angosce e tristezze, un tempo sospeso che nessuno poteva immaginare appena un anno fa. La pandemia è diventata, di fatto, lo spartiacque di un percorso di cambiamento anche nella proposta divulgativa dei libri. C’è stato un prima e un dopo rispetto a quel paziente zero di fine febbraio.
Ho la fortuna di conoscere Jacopo Masini da diversi anni: abbiamo presentato i suoi e pure tanti altri libri, fatto corsi di scrittura in presenza in libreria e online, ma nei giorni dello scoppio della pandemia, la nostra amicizia è diventata ancora più solida e profonda. Lo scambio di opinioni sui libri, le letture ad alta voce, le nostre dirette per fare compagnia agli amici dei libri nelle settimane del lockdown totale, ci hanno parecchio avvicinato. Ci siano fatti compagnia con la volontà di trasformare una criticità devastante in una opportunità di resistenza.
Spesso mi è accaduto di vedere vite che si intrecciano attraverso incontri attorno ai libri e, in certi casi, accade tutto questo perché si giocano le stesse carte, si è respirata la stessa aria, leggendo e suggerendosi libri vicendevolmente. Ecco io e Jacopo ci siamo scelti come lettori di riferimento e amici perché abbiamo una idea della Cultura e della divulgazione che non ha nulla a che vedere con la pesantezza dei tuoni. Per capire cosa è leggero basta leggere una sua Polpetta di due righe.
La domanda che nasce spontanea è se possono delle microstorie non solo essere non gravi, ma saper volare tra le sinapsi del nostro cervello e restituirci momenti di felicità. La risposta è sì! Micronarrazioni divertenti e pure crude, capaci di scompigliarci un po’ i capelli, facendoci sorridere di ciò che si era, di chi siamo e, infine, di chi saremo. Del resto quante devono essere le parole giuste che servono per rendere una storia credibile? E chi può dirlo! Jacopo Masini ha solo dimostrato che, con poco più di duecento racconti brevissimi, la qualità di una storia non è misurabile sul numero delle righe che la compongono. Non è semplice saper leggere il libro del mondo con leggerezza e profondità allo stesso tempo. Con queste sue fiabe brevissime, Masini ci riesce alla grande e alla perfezione. I raccontini portano un risultato a casa. Inoltre sono accompagnati dalle illustrazioni di Rossana Capasso, che danno un tocco di ulteriore leggerezza alla lettura complessiva.
Il libro nasce da una esperienza di circa dieci anni fa per Epika edizioni, ma qui il prodotto finale è il frutto degli anni che sono trascorsi. La stessa sequenza e composizione, i cambiamenti strutturali e le tante aggiunte, sono il risultato di un abile lavoro di cesellatura. E sì, perché per usare la lingua in maniera funambolica, per scegliere ogni singola parola e arrampicarsi nel costrutto di una Storia ci vuole un accurato lavoro artigianale fatto di cesoie e lime. Bisogna saper lavorare nei particolari e finemente saper asciugare, condensare e rendere consistente una storia, pur lasciando una certa rarefazione. E mica è un lavoro da poco!
Barbara Bompani, storica amica dello scrittore, in diretta da Edimburgo ci ha raccontato di come nel 2010 si era tanto discusso anche circa il titolo da dare al lavoro. Lei aveva proposto Biglie, ma alla fine aveva prevalso l’idea di Polpette, proprio perché c’era bisogno di una parola che riassumesse in maniera immediata la consistenza delle storie. Una parola capace di dare una idea di quantità, ma che racchiudesse anche il profumo e il gusto di una certa emilianità. Un vocabolo che potesse evocare densità e sensazioni tattili, ma per storie dalla consistenza raffinatamente volatile.
Non manca una buona dose di sano cinismo e spietata cattiveria nell’amalgama di queste Polpette, soprattutto quando si vogliono radiografare le piccolezze dell’animo umano e l’insopportabilità di certi lunghi comuni duri a morire. Sono tanti i microritratti crudeli e gustosi di personaggi già dai nomi e cognomi fortemente radicati tra la via Emilia e il West… In una chiave surreale si raccontano vite sospese e poco in equilibrio su di un piano inclinato, situazioni prive di logica e sentimenti semplici e alla buona. Si racconta la vita per quello che è o per quello che non è stato, dentro una polpetta. Si ride e ci si sofferma a riflettere, come accade nelle mitologiche Galline pensierose di Luigi Malerba.
In un venerdì sera in cui avevamo deciso di presentare Polpette, abbiamo poi finito di parlare di tanto altro e mescolare e impastare assieme Paolo Albani e Gianni Celati, Richard Yates e Sibylle Lewitscharoff, Hilde Domin e Alfredo Zucchi, Psicopatici al potere di Jon Ronson La scoperta dell’alfabeto, l’esordio-capolavoro di Luigi Malerba, e Ballo ballo di Raffaela Carrà e tanto altro ancora. Una serata in cui abbiamo voluto miscelare varie cose assieme, tra risate, sorprese e imprevisti… Perché la letteratura può essere anche questo e avere la leggerezza delle piume di struzzo e l’eleganza di un fenicottero. Abbiamo scelto per cominciare un nuovo anno, queste storie lunghe al massimo una quindicina di righe, che si possono leggere in un solo boccone o dosare nel tempo lungo dell’attesa di qualche novità. Polpette che possiamo far rotolare tra i nostri pensieri tristi e neri neri neri come la pece per renderli di un colore appena più accettabile. Polpette di rinforzo e di allegria perché, per questo 2021, ne abbiamo tutti, tanto, bisogno! Leggete e procuratevi queste narrazioni belle anche come oggetto libro, grazie all’ingegno e alla creatività di Maurizio Ceccato e dello Studio Ifix.
Prendete e mangiatene tutti, era lo slogan del 2010, che dopo dieci anni assume un significato ancora più importante. Perché la necessità di tornare tutti a ridere e a svagare i nostri pensieri è un obbligo!
Antonello Saiz