I Tarocchi mi hanno sempre affascinato per quel qualcosa di oscuro e misterioso che contenevano, fin da quando incontrai lo stupendo Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino, nel quale il grande scrittore italiano creava suggestioni e storie ricavandole dalla disposizione di alcune carte dei Tarocchi.
Li avrei rincontrati alcuni anni dopo nel ciclo di Ambra di uno dei maggiori scrittori del fantastico, Roger Zelazny, dove i Trionfi vengono utilizzati per comunicare e per altro dai vari personaggi principali dei romanzi.
La loro origine deriva dai comuni mazzi di carte, che compaiono in Europa nel XIV secolo, alle dieci carte più le tre figure di corte per ogni seme, tra il 1410 e il 1442, vengono aggiunte quattro Regine e un quinto seme, composto da figure misteriose ed enigmatiche. Sono in genere formati da 78 carte, le carte al di fuori dei normali mazzi, quelle misteriose di cui si parlava prima, prendono il nome di Trionfi, il termine di Arcani Maggiori arriva circa 400 anni dopo la nascita dei primi Tarocchi, e al loro interno possono essere presenti variazioni di nome e di immagine.
Ma veniamo all’opera in questione, quella di Toppi. Si presenta in un’elegante scatoletta di cartone, 78 carte appunto, più un libricino di 128 pagine, in 6 lingue, anche se la versione più estesa e completa è quella in inglese. Nasce inizialmente come I Tarocchi Origini
Sergio Toppi (1932-2012) è stato uno dei grandi Maestri del fumetto e dell’illustrazione italiana, uno di quei disegnatori che riconosci subito al primo sguardo, tanto è personale e caratteristico il suo stile grafico, ancora adesso decisamente all’avanguardia. Io lo incontrai dapprima sulle pagine del Corriere dei Piccoli e più avanti su quelle di Linus e di Alter Alter. Ora sta ritrovando un meritatissimo riconoscimento con la ripubblicazione in volume delle sue fantastiche storie. Autore di versioni delle Mille e una Notte, di Bestiari, di storie in bilico tra la realtà e l’immaginazione da lui stesso sceneggiate, non poteva evidentemente esimersi dalla creazione di un mazzo di Tarocchi. Attenzione, non pensate a cavalieri medievali, guerrieri e raffinate principesse e damigelle, Toppi ha voluto veramente rappresentare i primordi, quindi troviamo immagini di sciamani, di idoli, di statue di pietra, di armi di ossidiana, di selce e di ossa, di animali feroci e selvaggi, intuiamo echi dall’Isola di Pasqua, da templi delle antiche Africa, America, Asia e Oceania, spesso disegni crudi e sanguinolenti di una bellezza sconvolgente, con quel suo tratto indimenticabile, un vero marchio di fabbrica.
Il mazzo è veramente ben progettato, come fattura, come materiale e come vividezza dei colori, va dato atto alla casa editrice Lo Scarabeo di aver prodotto, se mi consentite l’immagine, un piccolo libro illustrato scomponibile in carte bellissime, da vedere e rivedere.
Non le userò mai per divinare (anche perché chissà cosa combinerei…), ma sono entrate meritatamente e di diritto nella mia collezione di volumi d’arte e di illustrazione.
Claudio Battaglini
Tarocchi primordiali
Sergio Toppi
Lo Scarabeo