Uscito giorni prima di san Valentino, Nonostante Tutto racconta una storia d’amore in modo diremmo inusitato. Una storia che appare bella anche fuori da qualsivoglia commemorazione e in ogni stagione. Si sa, l’amore è tema universale impossibile da inserire in una unica casella.
Firmato interamente da Jordi Lafebre e pubblicato in Italia da Bao publishing, questo graphic novel ha la caratteristica di iniziare dalla fine e terminare con l’inizio del rapporto amoroso che lega Ana a Zeno, e viceversa. Più precisamente, lungo le sue pagine racconta il legame profondo che unisce (da sempre e per sempre) la vita di Ana a quella di Zeno. È questo che rende Nonostante tutto bello quanto inusitato.
La storia li vede infatti “così lontani eppure tanto vicini” (per citare un’aria del Tristan und Isolde di Wagner) nel trascorrere di ben trentasette anni. Una esistenza intera, che però si compie senza scalfire il loro sentimento. Che è un sentimento casto, se si esclude il primo incontro.
Niente di nuovo, si dirà. Ma una storia d’amore narrata al contrario è già uno spunto niente male, perlomeno poco frequentato. Andando a memoria – la nostra memoria non quella dei motori di ricerca, l’unico riferimento che viene da accostare al lavoro di Lafebre è Il curioso caso di Benjamin Button. Un accostamento ardito, da prendere con cautela.
Comunque, se la storia che coinvolge Ana e Zeno ci mette proprio trentasette primavere a realizzarsi, giocando sulla continua lontananza dei corpi e sulla vicinanza “sentimentale” fatta di lunghe telefonate notturne e di lunghe lettere, si può dire che la novità sta nel riprodurre l’amore cavalleresco in chiave di commedia (romantica).
Il tono del lavoro è proprio quello. Una commedia romantica che promana a ogni inquadratura aria di tranquilla leggerezza, una serenità capace di evitare tragici capitomboli giù per le ripide del banale, del già visto. Le sue circa 150 tavole sono una gioia totale per gli occhi ed è già tantissimo.
Sicuramente il tono non è l’elemento più innovativo di Nonostante tutto.
Quello è completo appannaggio del come venga raccontata l’intera vicenda, col suo atipico andare a ritroso nel tempo per venti capitoli e narrare episodi che spiegano i personaggi, dando conto del tipo di amore che li lega. Un modo elegante e originale per trascinare il lettore su per le rapide del racconto e saziarne la curiosità.
Ogni capitolo è un nuovo tassello che chiarisce sempre meglio cosa abbia spinto Ana e Zeno a restare legati pur nella distanza.
Lafebre porta il lettore indietro fino al punto in cui scatta quella scintilla, quel non so che capace, almeno nei racconti (nella vita non è così semplice né immediato), di legare una persona a un’altra per tutta la sua esistenza.
A ben vedere Nonostante tutto parla di un amore che supera la difficoltà del tempo, ma ancor più supera i caratteri dei personaggi.
Zeno Simia dagli “strani baffi” è un libraio, sì. In realtà è un giramondo, che porta sulle spalle forse il più lungo dottorando in Fisica mai conosciuto (praticamente tutta la sua esistenza post adolescenziale). Ana Dellacasa ha dedicato la vita alla propria città che affaccia sul mare, diventandone sindaco per vari mandati, anche se l’unica cosa di cui tutti si ricordano è la realizzazione di un ponte dal design “anomalo”. Oltre a questo, si è sposata, ha messo la mondo una figlia, che le ha dato una nipote.
Lei è stanziale, concreta; lui irrequieto, immaginifico. Come possono i due innamorarsi a tal punto da accettarsi in esistenze autonome e nella lontananza?
È l’amore platonico, bellezza, più qualche irresolutezza di contorno. O forse è l’amore inteso nel modo più puro, senza andare con questo a citare i Frammenti di un discorso amoroso di Barthes o il pop di If love somebody set them free dal repertorio “antico” di Sting.
Per capirlo basta, a fine lettura, riaprire il libro e confrontare la prima e l’ultima tavola di Nonostante tutto, precisamente le prime e le ultime due vignette di ognuna. Ci troviamo davanti a uno doppio scambio di sguardi che dice come fra i due nulla avrebbe potuto essere altrimenti.
In un possibile gioco delle parti, né Ana né Zeno aspettano l’altro pur attendendo il momento propizio per stare finalmente insieme.
Perché “amare” non fa mai rima con “possesso” né con l’essere simili. È solo così che il tempo trascorso lontani non viene a prefigurare in nessun modo la sofferenza dell’attesa, bensì il piacere dell’incontro. È su quest’ultimo che Lafebre gioca egregiamente le sue carte.
Insomma, nei migliori romanzi accade qualcosa che è difficile da trovare in natura.
Accade anche qui, in questo graphic novel stupendamente senile (anche se non lo si direbbe, vista la freschezza di cui sono ornati i personaggi nei primi capitoli), che mostra l’abilità del portoghese Lafebre nel gestire i due piani della narrazione (grafico e letterario) capace di muoversi aerea, quasi non prendendo mai se stessa sul serio. Un bel modo per evitare l’effetto caramella mou, anche grazie alla traduzione di Francesco Savino. E un bel modo per dire che l’amore è un gioco che si gioca seriamente, ma con levità, altrimenti non cresce né dura nel tempo.
Parlando ancora del testo e del tratto che caratterizzano Nonostante tutto, è possibile affermare che, al netto di qualche passaggio e di qualche scambio di battute relativamente piatto, tutto fila via che è una meraviglia.
Se poi ci vogliamo soffermare sul segno utilizzato dall’autore, non si può evitare di applaudirne la fluidità con cui vengono elaborate graficamente le scene e le inquadrature.
I personaggi appaiono simpaticamente gommosi quanto plasticamente mobili, puri tipi da commedia assolutamente naturali, vicini a noi, cioè nostri amici, fratelli, sodali, amanti.
Sergio Rotino
Recensione del libro Nonostante tutto di Jordi Lafebre, trad. Francesco Savino, Bao publishing 2021, pagg. 151, € 20,00