È difficile scrivere una storia con i silenzi, dare un fondamento narrativo con le fragilità, costruire un amore sulle crisalidi delle incertezze, eppure Patricio Pron con Domani avremo altri nomi (Sur 2021) ci è riuscito. Il romanzo dell’autore argentino è un libro-mondo, attorno ad esso gravitano pulsioni ed emozioni che seguono orbite ellittiche e non euclidee, spesso incomprensibili come soltanto il sentimento più indecifrabile della storia umana può essere.
Si tende a dare una forma a tutto, spesso illudendosi che una codificazione renda leggibile il miasma delle percezioni, delle idee e delle nostalgie che si legano alle persone importanti, necessarie del nostro cuore. Spesso non è così, l’amore è proteiforme, sfuggente, odia le morfologie e le catene della nomenclatura; amare significa essere sotto la lente d’ingrandimento della dismorfia, le nostre storie riplasmate fino ad essere irriconoscibili, spesso siamo ingannati e confusi perché niente sarà come prima. Eppure, siamo vittime di un ossimoro stupendo, perché alcuni legami rimangano immutati per l’eternità. La splendida lezione di Pron è questa. Domani avremo altri nomi è la contro-storia di Lui e Lei, sconfitti dal loro stesso amore e in rottura in un mondo dove il corpus sentimentale e relazionale è in continuo sfacelo e disfacimento, si perdono le coordinate per stabilire contatti duraturi; vivere in coppia significa cadere nel precariato del futuro, perché tutto sembra sfumare nel vuoto.
Patricio Pron si svincola da cavilli e problemi di sorta, forse in un mondo saturo di etichette e slogan in cui si riconoscerci sente il bisogno di scarnificare questo tessuto anti-amoroso, lo fa promulgando un amore libero, sconnesso da ogni velleità retorica perché il desiderio non ha una definizione, non ha regole e non ha bisogno di nomi. Poliamore, identità di genere e movimenti queer, il tutto viene centrifugato nel calderone delle emozioni e delle volontà personali-individuali.
Amare significa amare. Pron inoltre scrive un romanzo stratificato, densissimo perché povero di dialoghi eppure riesce a comunicare benissimo, rappresenta con lucidità il punto di vista femminile mentre l’unico punto di vista maschile (LUI) viene messo in scena in maniera più riservata e meno preponderante.
Questo pseudo-distopia relazionale dove gli esseri umani non riescono a metabolizzare una vita amorosa è volta a ricreare i meccanismi dannosi e tossici del nostro mondo contemporaneo, vittima di incomprensioni e di un progressismo social(e) che svuota il significato della coppia (o delle coppie aperte o non tradizionali) della loro bellezza autentica. Domani avremo altri nomi non è un romanzo d’amore e nemmeno del disamore, è una storia di verità e menzogne sui noi stessi. Identificarsi nei personaggi è inevitabile. E questo libro vi condannerà a riflettere molto, per fortuna.
Cristiano Saccoccia
Patricio Pron
domani avremo altri nomi
Sur
Traduzione di Francesca Lazzarato
pp. 228
17,50 euro