“Acqua, quando cadrai? Quando tuonerai, folgore?”
Charles Baudelaire, il Cigno
Questi Fiori del Male di Charles Baudelaire (1821- 1867) che sbocciavano dalla sua bocca, che correvano nel suo sangue, erano tutte cose che lui aveva visto e toccato in quelle strade di Parigi piene di vita e lordume, sulle barricate della Rivoluzione , su quei volti di contesse sciocche, nelle abissali galanterie, nelle risate e nelle esagerazioni delle prostitute, nei vecchi e nella febbrile dinamicità della gioventù.
Apprezzerete queste poesie dalla labbra, le conoscerete con gli occhi, le ferirete coi denti. Le ripeterete e farete risuonare la vostra voce nel giardino delle confidenze sfogliando la bellezza di questa edizione Rizzoli BUR Deluxe illustrata da Carlos Schwabe e realizzata per celebrare i duecento anni dalla nascita del poeta.
La raccolta è un capolavoro, un qualcosa che starà nella vostra libreria come un diadema arboreo, come una notte immensa e musicale.
Questo meraviglioso poeta, questa testa gigantesca che era tutta Parigi, tutta la Francia, tutta l’Europa, se avesse potuto. Queste sue eterne poesie ci parlano di ignominie e di orrori e del mondo, un mondo “terribile e affascinante, che egli ammobiliò , indagò, sognò, accettò o respinse”.
Questo esiliato dalla Terra, questo dandy innamorato degli emarginati, delle prostitute, degli ubriachi e dei poveri, in lotta contro le pesanti malinconie e gli eccessi dei bordelli, lo sperpero del denaro ed i debiti, avrà in orrore la morale della borghesia, e sarà mosso da quel malessere biliare, nero e profondo che lo renderà estraneo al mondo: “penso ai prigionieri, ai vinti…ad altri, ad altri ancora” (Le Cygne, Il Cigno impolverato dai lavori di una città che cambia, che è una foresta di ponteggi, di blocchi e di nuovi edifici, si sente umiliato e prigioniero). Baudelaire si mosse in quell’universo di preghiere e di bestemmie, nell’elettricità della folla, come scrisse perfettamente Pietro Citati, annotò tutto e sgranò tutto tra le mani, annusò le vite di quelle creature imperfette e devote che lo attraevano voracemente. Setacciò nei Fiori quelle anime e ne ricavò l’oro. L’oro della modernità.
Queste nere crisalidi dentro di lui esploderanno i versi arroventati e saranno il manto che getterà sul mondo e sui suoi convitati.
Baudelaire, nelle parole di Rimbaud “ è il primo veggente” , il Re dei poeti della modernità, ed in questo libro atroce, come lo definì lui stesso, egli vi mise tutto il suo cuore, tutta la sua tenerezza, tutta la sua religione ed il suo odio.
Edoardo M. Rizzoli
Charles Baudelaire
Ill. Carlos Schwabe
Classici BUR deluxe Rizzoli