Non sarà affatto sconosciuto il nome dell’umorista britannico Jerome K. Jerome visto il successo globale del suo romanzo Tre uomini in barca, una vera e propria costellazione di scenette comiche e momenti così divertenti da rivoluzionare il concetto stesso di romanzo; svincolandolo dal solito piedistallo di narrazione “edificante e formativa”. Ma il comico non viene proposto soltanto attraverso narrazioni realiste, per quanto surreali e beffarde, ma anche sotto la lente di ingrandimento del fantastico. Nella breve raccolta Storie di fantasmi per il dopocena facciamo conoscenza di un Jerome K. Jerome impegnato con il sense of wonder, ovviamente connaturato dalla sua proverbiale ironia. D’altronde l’Inghilterra era il paese per eccellenza della ghost story; anche Dickens si unì al filone letterario con il suo Canto di Natale. Ovviamente l’intento di Dickens era molto più moralizzante ed educativo di quello di Jerome, ma non per questo i racconti del dopocena natalizio non sono un vero gioiello della risata.
Mattioli 1885 dopo la pubblicazione della suddetta raccolta di storie brevi riporta in libreria per il pubblico italiano una miscellanea saggistica di Jerome. K. Jerome intitolata in originale Idle Ideas. Nelle novanta pagine di questo delizioso libretto, Gli scrittori scrivono troppo? Approfondiamo la vena comica dell’autore inglese ma c’è uno spaccato interessante sul suo mondo intellettuale. Jerome ci regala dei testi preziosi, da custodire per imparare a goderci la socialità con classe e arguzia, schierati contro la retorica contemporanea con la battuta pronta del british humor. Esilaranti le scenette rievocate durante incontri mondani, le imbarazzanti chiacchiere da salotto tra goffi pseudo-intellettuali o imprecise donzelle intente a far colpo sugli ospiti più rinomati.
Ma non solo, l’aneddotica sfocia nelle vere gag comiche che il nostro Jerome padroneggia e servono a smascherare i costumi dell’aristocrazia e alta borghesia inglese, gli unici vincitori sono coloro che osano ridere. Il libro inoltre è un approfondimento unico sul mondo dell’editoria, sulla concezione del racconto, del romanzo lungo e della sua serialità sui giornali; il tutto senza mai scadere nella vana erudizione. La divulgazione di contenuti interessanti si unisce a una trattazione vivace, fresca, cristallina e a dir poco incontenibile. Un secolo di tempo non ha intaccato la forza di questi scritti… che parlano di scrittori che scrivono troppo. Inutile dilungarsi oltre perché ogni pagina confezionata da Jerome è una perla di comicità, intelligenza e forza sociale. Non resta che leggere il corpus di questi saggi, capaci di lasciare un segno indelebile nel cuore e nella testa del fruitore.
Cristiano Saccoccia