Romanzo celebrativo, un omaggio al sentimento appassionato di una narrazione che ha come scenario, poetico, sfuggente e incisivo, la città di Lisbona, La rappresentazione di Romana Petri. L’autrice illustra la raffigurazione dei tormenti e delle insidie umane, dipinge il profilo enigmatico delle intenzioni, il sontuoso uso espressivo dell’inquietudine, il vento malinconico degli eventi.
La traccia di successo della saga familiare ritrova ancora la sua continuità, manifestando indizi e segni letterari sulla superficie del legame complice con gli elementi che animano la storia. L’atmosfera sospesa del romanzo, si lascia decantare dalla polvere e dalla decadenza delle interpretazioni, riproduce il respiro ampio della maschera sociale quotidiana, identifica l’apparenza delle situazioni e l’inganno dei comportamenti con un palcoscenico di ruoli, con una visione spietata dell’attività esistenziale, assorbita al dramma dei protagonisti, consumata dal complicato e disperato ritratto di una identità corrotta.
Il contesto descritto trascina l’equilibrio provvisorio delle emozioni in un groviglio vertiginoso, coinvolgendo le vicissitudini umane nell’ispirazione dell’intreccio sensibile di ogni incrocio di vite, influenzando gli incontri e gli abbandoni, il contrasto primitivo tra la struggente nostalgia e l’annoiata solitudine.
Romana Petri unisce lo slancio e l’efficacia della tecnica narrativa destinando alle pagine, battute dalla movimentata e morbosa frontiera della fratellanza, la natura confidenziale dei dettagli affettivi, la restituzione dei sentimenti intorno alle crepe di un pensiero che percepisce lo smarrimento dell’anima, i pericoli nascosti del tradimento, i conflitti segregati nell’oscurità della scena recitante.
L’ambigua competizione amorosa tra i soggetti umani analizza il carattere insinuante di ogni investigazione privata, scrutando l’azione significativa dei turbamenti. È una artistica rilegatura, La rappresentazione, una osservazione di un quadro, un suggerimento creativo che attraversa la dimensione estetica e oltrepassa l’indagine speculativa dell’analisi etica (non a caso i quadri dipinti dal personaggio di Luciana sono la prospettiva di accesso alla libertà di interpretazione ed elemento risolutivo nel libro), uno sguardo posto attentamente sullo sfondo riprodotto dalla nostra percezione e ritratto sulla nostra stessa individualità, una perdizione negli effetti teatrali.
Il romanzo, strumento di misura dell’immagine, requisito di evidenza formale, definisce in uno stile elegante e disinvolto la limitazione al castigo esteriore della convenienza personale e avvolge la trama nell’umiliazione indolente della colpevolezza mai lenita. Ma la redenzione autentica assolve il declino emotivo, evolvendo l’affinità comunicativa dell’arte, rinnovando il senso di appartenenza nella metafora di vita e di relazione, in empatia con il mare di ogni isola interiore.
José Saramago scriveva: “Siamo a Lisbona: da qui non partono strade”. Romana Petri ne La rappresentazione conduce il cammino dell’oceano e distende il soffio incantevole dell’infinito.
Rita Bompadre
Recensione al libro La rappresentazione di Romana Petri, Mondadori 2021, pagg. 406, € 20,00