Delicatissimo. Non esistono vocaboli migliori per descrivere Pacifico, il nuovo romanzo di Stéphanie Hochet, edito da Voland, per la traduzione di Roberto Lana.
La Seconda guerra mondiale si avvia verso la sua risoluzione nell’aprile del 1945, quando i gerarchi nazi-fascisti vengono esautorati. Ma il Giappone combatte furiosamente nella sua folle corsa/resistenza per rendere l’arcipelago della terra di Yamato un vero impero celeste.
Nonostante una sconfitta inevitabile, di cui è conscia tutta l’oligarchia nipponica e la popolazione, tra cui le soldataglie mandate alla mattanza dei cieli per respingere le flotte americane. Costoro sono Sakura, aviatori-fiori di ciliegio spinti al suicidio pur di eliminare l’invasore americano. Conosciuti meglio come Kamikaze, parola elegante traducibile in “Vento divino” (in ricordo delle bufere che, nel XIII secolo, respinsero dalle coste nipponiche le flotte dei Khan mongoli).
I guerrieri mandati a morire obbediscono per seguire il totalitarismo della burocrazia imperiale e militare dell’estinto shogunato, ma si appella ai grandi valori del codice d’onore del Bushido, la struttura morale e “politica” della casta dei Samurai.
In Pacifico, il protagonista di Hochet è l’erede di un casato Samurai. Il nostro giovanissimo Kaneda Isao dovrà sacrificare il suo corpo alle acque dell’oceano Pacifico infestato dalle forze statunitensi.
Romanzo di guerra o educazione sentimentale, alla fine?
Con sensibilità rara l’autrice francese lavora su di un diamante grezzo fino a far risaltare sfaccettature uniche dal corpus interiore del giovane pilota. Scopriamo un animo nobile e incerto, goffo e ispirato allo stesso tempo, un adolescente incatenato ad antichi valori e a nuove ideologie culturali di derivazione occidentale. Kaneda è colto, legge opere del patrimonio greco-latino ed elabora il dramma della propria dipartita con la caratura filosofica di un pensatore occidentale.
Con uno stile poetico e illuminante, vicino fino all’osmosi letteraria alla cultura nipponica, Pacifico è scritto per tradurre il mondo fluttuante giapponese ai nostri occhi.
Un inno alla vita e una riflessione struggente sulla morte, un finale toccante e sconvolgente sigilla una storia breve a dir poco irrinunciabile.
Cristiano Saccoccia
Recensione al libro Pacifico di Stèphanie Hochet, Voland Edizioni 2021, trad. Roberto Lana, pagg. 112, € 14