Anne Griffin, una delle autrici più rappresentative della contemporaneità irlandese, torna in Italia con Ancora in ascolto, sempre per Atlantide Edizioni che aveva già pubblicato Quando tutto è detto.
La famiglia dei Masterson si tramanda un dono da tempo. I suoi membri possono comunicare con i morti, ascoltare i lamenti di un passato squarciato dalla tragediae e dai ricordi dei defunti; inoltre la capacità ultraterrena dei Masterson li aiuta nella loro attività di pompe funebri in una cittadina irlandese. Jeanie, la protagonista di In ascolto, è una giovane donna in bilico tra molteplici realtà e problematiche. Da un lato un’esistenza normale, schiacciata però da un lavoro che soffoca le sue speranze e getta un’ombra cupa sul suo futura e dall’altro un luogo fantasmatico e arcano, magico e immaginifico dove i vivi e i morti si comprendono e si riscoprono nelle ultime parole di coloro che non ci sono più. Jeanie è un’archeologa della sofferenza e della perdita, un’esploratrice del vuoto che le persone lasciano.
Miscelando un realismo magico e anomalo a una trama di autodeterminazione e formazione Anne Griffin racconta un’epopea familiare e intima allo stesso tempo, un vero pellegrinaggio introspettivo nel cuore dei morti e nelle manie dei vivi. Jeanie Masterson dona la sua voce alle cose perdute e lo fa cercando di non smarrire se stessa e senza distruggere la propria famiglia. Un romanzo di rarissima delicatezza, venato da una malinconia unica e onirica. In ascolto è un incantesimo moderno nella pragmatica esistenza dei nostri giorni.
Cristiano Saccoccia
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Nell’istante in cui mio padre mi disse che sarebbe andato in pensione e mi avrebbe affidato l’Impresa Funebre Masterson, sentii il bisogno di correre. Correre ai confini del mondo, per restare in bilico sui suoi dirupi, sollevare il capo verso il cie lo, respirare un’aria che da me non pretendeva nulla. Lasciare che quella libertà dalle aspettative raggiungesse ogni estremità, ammorbidendo ogni piega e cipiglio, allentando i miei pugni stretti. Già un’altra volta, prima di allora, avevo voluto correre via ma non ci ero riuscita. Senso del dovere, sapete? Dovere. Dovere.
Dovere. Sulla mia lapide fate incidere al marmista quella paro la in maiuscolo per tre volte sotto al mio nome, cosicché tutti possano capire chi sia stata davvero Jeanie Masterson. Cosa sia stato a guidarla, a frenarla e sì, se devo essere sincera, a deliziarla, incatenata com’ero in un mondo che amavo e temevo allo stesso tempo, il mio cuore diviso tra i tanti che avevano bisogno di me, come io avevo bisogno di loro. «Baltimora», disse mio padre. Avrebbero trascorso gli anni della pensione a Baltimora. Lui e mamma, David e Gráinne Masterson, a fare i bagagli per partire da lì a sei mesi, più o meno. Sarebbe un errore veniale pensare che fosse a Baltimora in Ame – rica che si stava riferendo, visto che suona così esotico. Ma io conoscevo il posto che aveva in mente, il villaggio costiero situa – to sulla punta del sesto dito mozzo dell’Irlanda. A sud-ovest di Cork, a circa trecento chilometri di distanza da Kilcross, la città 8 9 dell’entroterra in cui vivevamo le nostre vite. Nessun bisogno di aerei, miglia, passaporti: avrebbero potuto semplicemente guidare fino a lì, dove avevamo passato le nostre estati quando noi – io e Mikey, i loro figli – eravamo piccoli. Per lo più si trattava solo di un lungo weekend ma a volte, se papà riusciva a sottrarsi alle sue impellenze da impresario funebre, era un’intera, preziosa settimana. Vedete, non si poteva affiggere un cartello alla nostra porta per chiedere cortesemente che la gente richiamasse al nostro ritorno. I morti non erano fatti per aspettare
In Ascolto di Anne Griffin, Atlantide Edizioni, 2021, trad. Bianca Rita Cataldi, 350 pg., 18,50 euro.