Rivista Blam ha una redazione tutta al femminile, sul loro sito potete trovare racconti, recensioni, podcast e approfondimenti letterari e sociali esposti in modo semplice e chiaro. Non sono soltanto attente e precise ma anche innovative: hanno, infatti, creato una video-rubrica per tradurre i racconti in lingua dei segni, dando di colpo un nuovo significato della parola inclusività.
Cosa ti/vi ha spinto a creare una rivista letteraria? E quanto tempo fa è successo?
Il motivo principale si è rivelato una missione: avvicinare indistintamente tutti alla letteratura e cercare di veicolarla come una realtà libera, pop e soprattutto leggera, che non vuol dire superficialità ma che è, invece, più vicina a quell’idea di leggerezza di cui parla Calvino: “la letteratura come funzione esistenziale, la ricerca della leggerezza come reazione al peso di vivere”. Alla leggerezza associamo anche un altro aspetto: l’accessibilità. La letteratura non è club per pochi eletti, ma è di tutti.
Il sito è andato online a dicembre del 2019, e da lì tutto è stato un’imprevedibile sorpresa.
Prova a definire la tua/vostra rivista in poche parole.
Pop, dinamica, curiosa e sorprendente.
Quanti numeri sono già stati pubblicati e quando uscirà il prossimo?
Rivista Blam è una rivista online. Le pubblicazioni sono quotidiane e spaziano dai racconti alle recensioni di libri, sino a monografie su autori, interviste e storie di progetti letterari che ci piace condividere.
Cosa cercate e pubblicate? Racconti, estratti, poesie? Hai/Avete un genere o delle regole precise?
Per quanto riguarda i racconti, abbiamo due rubriche: il racconto del mercoledì (con racconti di massimo 3mila battute spazi inclusi pubblicati ogni mercoledì) e il racconto della domenica (con racconti di massimo 8mila battute spazi inclusi pubblicati ogni domenica). I racconti che pubblichiamo ci devono sorprendere, essere originali sia nella trama che nello stile. Ogni racconto approvato viene poi illustrato da un artista professionista che definisce, a suo piacimento, il disegno da corredare alla storia.
Il resto del piano editoriale di Rivista Blam spazia dalle recensioni, ai consigli letterari e podcast da ascoltare; intervistiamo autori, facciamo conoscere le altre riviste letterarie e ci concentriamo su una serie di rubriche con lo scopo di avvicinare quante più persone possibile alla lettura e alla scrittura in tutte le sue forme.
Ci fa piacere menzionare due progetti: Scrittori in 5 parole, articoli, quasi delle monografie vademecum, che raccontano in 5 parole (a ogni parola corrisponde un paragrafo esplicativo) l’attività letteraria di un autore con una breve lista di libri suggerita in calce; Racconti tradotti in lingua dei segni, una serie di video che – grazie al contributo di Nicole Vian – abbiamo tradotto in LIS per avvicinare tutti alle storie.
Cosa deve fare un autore per convincerti/vi a pubblicare un suo lavoro?
Nulla di speciale: basta che la sua sia una storia originale e ben scritta.
Pubblicate anche in cartaceo? Se si, dove si può trovare la tua/vostra rivista?
Di tanto in tanto realizziamo dei numeri speciali che carichiamo in pdf sul sito, e/o stampiamo per un’occasione particolare.
Al momento ne abbiamo pubblicati 3 che trovate tutti qui.
Ci piace menzionare uno in particolare: Da un quadro a una storia in collaborazione con la Galleria 28 Piazza di Pietra di Roma. A fare da protagonista e legante, un quadro, “Sguardo sul Tevere”, del maestro Sergio Ceccotti. Abbiamo aperto una call chiedendo agli autori di scrivere una storia lasciandosi guidare dall’opera di Ceccotti. Ne è venuto fuori un numero digitale con 6 racconti che sono stati letti e premiati in una serata live davanti all’artista e al suo quadro.
Qual è la soddisfazione maggiore o inaspettata che ti/vi ha dato la tua/vostra rivista?
Quella di ricevere tanti complimenti (ormai sono all’ordine del giorno), di essere letti moltissimo (Rivista Blam raggiunge circa 30mila pagine viste al mese), di ricevere adesioni di collaborazione in modo disinteressato, e quella di aver avuto il benestare di autori come Daniele Mencarelli, Paolo Zardi, Andrea Donaera, Jonathan Bazzi e altri (come vedete qui sotto in calce).
Cos’è che ti/vi ha fatto davvero cascare le braccia?
A qualcuno di noi certi errori come E’ anziché È ! Scherzo (anche se non proprio…). In genere, non ci piace la spocchia e ci cascano le braccia quando certi autori credono di essere arrivati e ci trattano con sufficienza.
La prima regola che poniamo e che rispettiamo in qualsiasi occasione è l’essere umili. Lo siamo noi e vorremo che lo fossero anche gli altri con noi. Ci piace il confronto e ci piace poter imparare sempre, anche da chi pensa di dire o scrivere cose sciocche. Nulla lo è, è solo un modo nuovo per conoscere gli altri e sé stessi.
Cosa ti/vi spinge ad andare avanti in questa attività così poco (o per nulla) produttiva?
La grande possibilità che abbiamo di poter far “convertire” la gente alla lettura e alla scrittura, e alla bellezza delle storie.