Ci sono delle cose che rimangono nelle nostra memoria, cose piccole e fragili come il vetro di una fiala o le foglie caduche dei platani o del castagno, e noi le lasciamo agire e non sappiamo dargli un nome e le chiamiamo indistinte nella nostra vita.
C’è un piccolo scoiattolo che cerca la sua foglia e sembra che nel bosco sia la cosa più preziosa e la cerca ovunque e chiede a tutti e parla con un uccellino nel suo nido e disturba un picchio nel suo lavoro, e gira come giriamo noi alla ricerca di qualcosa : é qui dentro, è qui sotto, è qui sopra! In un metà di un gheriglio di noce fa il bagno e cerca di rilassarsi ma è ancora lì che pensa alla sua foglia. Nella sua tana la notte sogna e desidera ancora la sua foglia , “allarme , tragedia, chi l’avrà rubata?”.
E così il pennuto suo amico esausto di tanta inutile apprensione, decide di fargli vedere quello che il signor scoiattolo pensa sia il ladro di foglie.
“Eccolo il tuo ladro! Scuote gli alberi e scrolla le foglie…e qualche volta ruba i cappelli!”. Ecco questo è il vento!
Il ladro di foglie di Alice Hemming, illustrato da Nicola Slater e tradotto da Giuditta Campello (Emme Edizioni) ci ricorda che l’autunno è bello come l’estate e preannuncia sempre un cambiamento. Siamo capitomboli d’uomo scriveva il poeta Dylan Thomas , a volte siamo come degli scoiattoli forti ed insensati alla continua ricerca di qualcosa e guardiamo nel cielo rosso d’ottobre e di novembre l’annuncio del volgere di un anno.
Ci lasciamo scuotere dal vento e poco dopo ci calmiamo e ci sentiamo nuovamente forti quando nell’intimo avvertiamo quella sensazione di strappo e….qualcosa di straordinario accade.
Edoardo M. Rizzoli