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Tarjei Vesaas anteprima. Il Castello di Ghiaccio

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Tra i più iconici autori del novecento scandinavo, Tarjei Vesaas torna in Italia con Il Castello di ghiaccio nella traduzione di Irene Peroni e con la postfazione di Luca Scarlini. Romanzo di formazione brillante e oscuro, ambientato nei ghiacci e nelle flebili realtà plasmate dalla neve, il testo di Vesaas batte decisamente il sentiero della letteratura fantastica in modo inedito e conturbante. Il racconto segue la magnetica amicizia di Siss e Unn che sono anche protagoniste di un personale itinerario di autodeterminazione nel mondo degli adulti attraverso esperienze simboliche e reali. Come suggerisce Scarlini nella sua interessante postfazione c’è anche un importante elemento psico-geografico di cui non dobbiamo dimenticare l’importanza folklorica: Il Castello di ghiaccio è ambientato nella dimenticata regione del Telemark, luogo infestato da leggende popolari e credenze immaginifiche. È proprio l’ibridamento tra elementi razionali e sfumate elucubrazioni arcaiche e mistiche che rende il gioiello narrativo di Vesaas un testo cardine quanto quelli di Knut Hamsun e Selma Lagerlof. Una prosa imbevuta di silenzi e fredde desolazioni interiori permette al lettore di perdersi in quell’inferno bianco delle regioni norvegesi, e proprio tra le righe possiamo scrutare l’evoluzione dei personaggi che sembrano essere dispersi in un “altrove” fantasmatico. Soprattutto è una fiaba ombrosa e femminista, scritta con una lucidità disarmante e che esplora i confini della letteratura stessa.

Cristiano Saccoccia

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Una bianca, giovane fronte che avanzava attraverso le tenebre. Una ragazzina di undici anni. Siss. Era ancora pomeriggio, ma già buio. Un gelido autunno inoltrato. Stelle, ma niente luna e niente neve che riflettesse un po’ di luce perciò l’oscurità era fitta, nonostante il cielo stellato. Ai lati c’era il bosco, nel suo silenzio mortale con tutto ciò che poteva vivervi e gelarvi dentro in quel momento. Siss aveva molti pensieri mentre camminava, infagottata contro il gelo. Stava andando per la prima volta a casa di Unn, una ragazzina che conosceva appena; verso qualcosa di ignoto, e per questo così emozionante. Ebbe un sussulto: Un fragore improvviso in mezzo a quei pensieri, a quel senso di attesa. Come un prolungato frantumarsi, sempre più lontano e lontano, man mano che si affievoliva. Veniva dal ghiaccio laggiù sul grande lago. E non era un segno di pericolo, anzi, era rincuorante, voleva dire che il ghiaccio si era fatto ancora più solido. Si ripercuoteva come un colpo di fucile, e lunghe fessure sottili come lame si aprivano dalla superficie verso il fondo per risaldarsi ogni mattina più resistente e sicuro. C’era stato un periodo insolitamente lungo e rigido di gelate precoci, quell’autunno. Un freddo tagliente. Ma del freddo Siss non aveva paura. Non era quello. Si era fermata per quel fragore nel buio, ma poi aveva ripreso il cammino con passo sicuro.

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Il Castello di Ghiaccio

Tarjei Vesaas

Iperborea

traduzione di Irene Peroni

192 pagine

16.50 euro

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