Questa opera di Lucio Fontana si intitola “Attesa”. Tempo fa ho incontrato in Euripide una corifea delle Baccanti che dice che ciò che si attende non accade mai e che gli dei ci riservano solo sorprese e solo all’inatteso il dio apre la strada. Duemilaquattrocento anni dopo Keynes, mi dice un amico (chissà poi se è vero, la voce l’ha messa in giro su Twitter Yanis Varoufakis) ha detto che the inevitable generally does not happen, because the unpredictable prevails instead. Che è un bel passo avanti: non un dio ma il caso ci fa mancare l’inevitabile perché prevale l’imprevedibile. Wittgenstein in “Ricerche filosofiche” annota: Noi aspettiamo questo e siamo sorpresi da quello. E da quando ho letto questa frase in un libro (bellissimo) di Ginevra Bompiani, “L’attesa”, in un giorno di settembre del 1988, il giorno in cui è nata mia figlia, ho a t t e s o di pubblicare quel testo: e l’imprevedibile Satàn divisore non ci ha messo le corna e ciò è accaduto l’anno scorso.