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Matteo Meschiari.C’era la taiga. C’era un incendio.

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C’era la taiga. C’era un incendio. Una lettura.

I versi di Matteo Meschiari, antropologo e scrittore si muovono come delle fiamme attraverso le potenti immagini di Rocco Lombardi, ed insieme raccontano di una catastrofe, di un collasso in atto in un tempo certo nell’era dell’Antropocene. 

Versi che scuotono nel profondo, che provengono come da un mondo remoto, parole di un canto che non conosciamo più eppure che resisterà nel tempo, che smuoverà la cenere e ravviverà qualche fuoco. Preghiere di qualche avamposto.

Sant’Agostino in una sua omelia dice: “Timeo Dominum transeuntem et non revertentem”: ho paura che il Signore passi e non abbia più a ritornare. E questo timore ha tenuto per secoli molti uomini legati gli uni agli altri, ma quando anche l’ultimo degli uomini ha potuto conoscere Dio, ha potuto leggere tesi, romanzi, saggi su quel Dio, sul suo Essere e sulla sua incarnazione, il Mistero è scomparso. Dio svelato è il dio fuori dal mondo, lontano dal reale. Dio nelle tasche di tutti è solo cenere. In nessuna strada incontrerete il Mistero. Dio è una pillola , è un manifesto, quando vuole l’uomo lo scarta e lo usa. Dove si è spostato il Mistero allora? Dov’è l’inconoscibile che può rivelarsi piano o sfolgorare, dov’è quel regno che dovremmo curare, dov’è arvicola? Dove il suo mirtillo?

Il Mistero giace sepolto nel fitto di una taiga, su una roccia in mezzo all’acqua, affiorante come un dito divino. 

Un grande incendio si è levato ma dov’è l’uomo? Egli si nasconde nelle città, egli non sente, non ascolta e non da riparo a nulla. 

Inconsapevoli gli animali conoscono il Mistero. Essi sono monaci di una cattedrale arborea. Parla il loro istinto mentre il mondo è in fiamme. Parla il loro silenzio. L’inutile retorica dell’uomo è aborrita dall’onda che ormai lo sovrasta.

 

“Il pesce mangiava l’insetto l’uccello mangiava il pesce

il cervo moriva per il lupo

il lupo moriva per il verme

e i sogni sognavano i sogni mentre la taiga nera e deserta sognava le foglie.”.

Edoardo M. Rizzoli

C’era la Taiga. C’era un incendio

di Matteo Meschiari

Illustrazioni. Rocco Lombardi

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