Nguyễn Phan Quế Mai è al suo esordio letterario. Classe 1973, la scrittrice vietnamita ci offre uno spaccato del Vietnam visto con gli occhi della giovane protagonista Huong e di sua nonna Dieu Lan. Una saga familiare che attraversa la storia di questo paese che sembra non aver conosciuto pace, dilaniato al suo interno tra Nord e Sud e succube di una invasione “amica” quella americana che ha mietuto vittime e sacrificato i suoi figli a una guerra che semplicemente come tutte le guerre non doveva essere perché non esiste ideale o simulazione di esso che debba tramutarsi in orrore e distruzione.
“Quando le montagne cantano” racconta di una terra a noi lontana che ora ci appare stranamente vicina e ci fa pensare a come affrontare il nostro presente prendendo esempio dal passato e per la prima volta imparare a non ripetere più gli stessi errori. Una storia che si dipana lungo tutto un secolo: il Novecento. Un paese il Vietnam segnato da carestie, rivoluzioni e guerre. Costrette a trovare rifugio nelle montagne la piccola Houng e sua nonna Dieu Lan sanno che i bombardieri americani stanno devastando e radendo al suolo Hanoi la città dalle quale sono dovute scappate.
Per Houng la guerra significa l’assenza della madre e del padre, significa la paura della perdita e il terrore di non poterli vedere mai più. Così la nonna Dieu Lau le racconta la storia della sua vita: dagli anni della occupazione francese, della invasione giapponese, di come fosse tutto cambiato con l’arrivo dei comunisti, della riforma agraria con la quale il potere toglie le terre agli agricoltori per ridistribuirle al popolo e di come sempre le forze politiche governative spingono il popolo a combattere contro se stesso. Dieu Lau racconta a Houng di quando è stata costretta a fuggire dal suo villaggio lasciandosi tutto dietro, anche i suoi figli amati se non la speranza, anzi la forza disperata di un giorno poter essere di nuovo uniti.“Nei libri di scuola, non troverai niente sulla riforma agraria, né tanto meno sulle guerre intestine dei Viêt Minh. Una parte della nostra storia è stata cancellata, assieme alle vite d’innumerevoli persone. Ci è proibito parlare di eventi collegati a errori del passato o a comportamenti illeciti di chi comanda, perché proprio chi ci comanda si è arrogato il diritto di riscrivere la Storia”.
E’ così che Dieu Lau mantiene la promessa fatta a sua figlia di preservare la piccola Houng e insegnarle a diventare una donna che ha memoria del suo passato, che conosce le sue radici forti e possa essere lei la piccola Houng anello di congiunzione tra il passato e il futuro.
Il ritorno della madre di Houng, Ncog segna il presente, un presente dove non è semplice ricominciare a vivere. Niente è come prima: l’esercito americano ha distrutto, incendiato, riversato sulla vegetazione l’Agente Orange; ma ci sono anche i figli e le figlie di questo Vietnam partiti per una guerra contro se stessi e un invasore “amico.” Gli americani hanno distrutto il Vietnam e ne sono stati distrutti. Il nuovo Vietnam non ha saputo o voluto ricostruire unendo il popolo, ma con i campi di rieducazione, i sospetti, le accuse e i tribunali.
Per evitare ancora tutto questo ecco la voce di Phȗng Quán “l’equilibrista del circo fa un lavoro pericoloso, ma ancora di più pericoloso è il lavoro dello scrittore che voglia dedicare la vita a percorrere la strada della verità”. E con “Quando le montagne cantano” Nguyễn Phan Quế Mai ci è riuscita.
Maria Caterina Prezioso