“L’evento della scrittura – Sull’autobiografia femminile in Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux” di Sara Durantini (13 Lab Editore, 2021 pp 144 € 12.00) è il generoso omaggio a tre grandi scrittrici, simbolo letterario della cultura francese, che hanno espresso il loro talento narrativo attraverso una nuova indipendenza linguistica e una attuale autonomia contenutistica. L’originale e creativa capacità di osservare e di capire l’umanità attraversa la modernità di un’esposizione espressiva, nella validità di una resistenza intellettuale. Il libro sottolinea, in modo compiuto e raffinato, l’ispirazione della scrittura, il principio dinamico del rinnovamento nelle donne, il tramite per l’appartenenza sociale. Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux hanno realizzato un nuovo approccio stilistico nel descrivere e svelare l’autonoma realtà femminile, riscattando la propria emancipazione oltre le restrizioni e gli ostacoli, nella consistenza delle loro parole, nella lingua svincolata dai pregiudizi. In particolare a ognuna è toccata in sorte la celebrazione della parola collegata al sentire umano, alla necessità di dichiarare il proprio sentimento. Colette riceve l’ineluttabilità del tempo e, come in un itinerario psicanalitico, esplora l’analisi del passato, oltrepassa la fragilità dell’inconscio, il varco della memoria, ricerca l’evocazione di ogni ritorno affettivo. Marguerite Duras intuisce la percezione passionale di una scrittura fluida e coinvolgente, accentua l’accordo sensuale combinando la sostanza sensibile con la tangibile sequenza del linguaggio e delle immagini, imprime la fantasia e la verità, insegue le interpretazioni sincere, trafitte nella pagina, manifesta l’intensità del sentiero interiore. Annie Ernaux perfeziona la visione letteraria delle due precedenti scrittrici, comprende il valore sociale della memoria, elevando l’autobiografia a una questione sociologica, la fenomenologia dell’esperienza intesa come fondamento universale della vita, tra lacerazioni e rielaborazioni delle sensazioni. Sara Durantini propone un saggio davvero interessante, un’opera efficace che da voce alla profondità dell’indicibile, compie un viaggio trascendente nella testimonianza immanente delle emozioni, sa entusiasmare, commuovere il lettore e diffondere viva partecipazione. L’intimità viscerale degli scritti congiunge le confidenze e le riflessioni interpretative, lo spontaneo approfondimento dell’autrice espande la concessione dell’intelletto e dona, oltre la suggestione carnale del testo, il tempo della conoscenza, la corrispondenza dell’essenza, la qualificazione estetica che guida l’anima, immedesimando il segno della natura culturale, rivelato, con una impronta profonda nella società, nei seguenti versi: “Voglio sconvolgere l’orbita dei pianeti, /alterare il ritmo della terra e/lasciare una cicatrice sul mondo” (Anaïs Nin).
Rita Bompadre