Il 12 marzo 1928 Virginia Woolf scrisse questa lettera alla scrittrice e poetessa Vita Sackville West, con la quale ebbe una relazione tanto nota quanto tempestosa, che ebbe riflessi anche in uno dei suoi romanzi più acclamati: Orlando.
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Non avevo un cappello. Ne ho comprato uno per 7/11 in un negozio di Oxford Street: feltro verde: nastro del colore sbagliato: tutto un flop come un pancake a mezz’aria. Persino io pensavo di avere un aspetto strano. Ma volevo vedere cosa succede tra le donne vere se una di loro sembra una frittella a mezz’aria. Entrò l’affascinante signora Edwin Montagu, dall’aspetto di una bottiglia di vermeil tinta di rosso. Mi fissò. Mi ha positivamente deplorato. Poi nascose un sorriso. Guardò di nuovo.
Pensò, Ah che tragedia! Le piacevo anche se le facevo pena. Sentì il mio flirtare. Era perplesso. Alla fine conquistata. Vedete, le donne non possono resistere a questo tipo di flagrante disconoscimento di ogni femminilità. Aprono le braccia come a un uccello scorticato in un’esplosione: mentre le Marie di questo mondo, con ogni piuma al suo posto, vengono beccate, lapidate, spesso muoiono, ogni piuma macchiata di sangue – in fondo alla gabbia.