Una risata filosofica quella che emerge dalla lettura di Don Chisciotte, U.S.A. il nuovo libro di Richard Powell, tradotto da Hilia Brinis, edito da Marcos y Marcos. La stessa casa editrice milanese ha riscoperto l’autore poliedrico americano portando in libreria, nel 2021, il suo best seller internazionale L’uomo di Philadelphia, un “libro mondo” da cui ne fu tratto il film I segreti di Filadelfia (1959) di Vincent Sherman con Paul Newman, Barbara Rush e Robert Vaughn. E dalla pagina allo schermo anche per il protagonista del libro, in uscita domani, Arthur Peabody Goodpasture che ispirò Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971) di Woody Allen, sebbene i diritti non riuscì ad acquisirli e ripiegò sul racconto Viva Vargas! sempre dello scrittore di Philadelphia. Senza una faccia dall’ “espressione energica e torva, tipica dei Goodpasture”, ma con lineamenti che “sembrano scolpiti alla bell’e meglio nel sughero” Arthur approda nei Caraibi, nella Repubblica di San Marco. Con una laurea in agraria all’Università della Florida, in netta controtendenza famigliare, “come volontario dei Peace Corps”, da frutticoltore a capo dei rivoluzionari sino al ruolo di autocrate. In una carrellata di volti, di complotti comici, di speranza senza freni, di sostegno ai “paesi meno sviluppati”, ai popoli svantaggiati, trova sempre più spazio quella riflessione che pone al centro la sfiducia come offesa alla dignità umana, sebbene quasi rassicurante.
#
«Forse desidera vedere i miei documenti» dissi. «Ecco qua. Arthur Peabody Goodpasture. Volontario dei Peace Corps. Codice di specializzazione 06-3».
«06-3?»
«Sì. Frutticoltore».
«Non potrebbe eventualmente trasformarlo in 007, vero?»
«No» dissi. «Ritengo che quello sia il codice per indicare l’operaio generico, sotto la categoria occupazioni edili e industriali».
«Peccato. Speravo che fosse piovuto tra noi un James Bond».
«Non conosco nessun James Bond, nei Peace Corps, ma naturalmente io sono un volontario delle ultime leve».
«Non li ha letti, lei, i libri di Ian Fleming?»
«Non mi risulta che un Fleming abbia scritto dei testi nel mio campo» dissi. «C’è un Flemington. Ha scritto un saggio sull’impollinazione delle varietà di avocado appartenenti alla Classe A e B».
«Penso sia meglio cambiare discorso, Goodbody».
Spesso la gente mescola il mio secondo nome col mio cognome, e dire che mio padre e i miei fratelli, che si chiamano anche loro Peabody di secondo nome, non vanno mai soggetti a complicazioni del genere. «No, guardi che mi chiamo Arthur Peabody Goodpasture» precisai.
«Ah, scusi. A proposito, io sono Bill Helms, terzo segretario della legazione. Andiamo, adesso, poi le spiegherò il perché di tanta fretta».
Mi fece superare la dogana a spron battuto e mi pilotò verso una vivace vetturetta sportiva. «È stato molto gentile a venirmi a prendere in macchina» dissi. «Avrei potuto benissimo prendere un taxi, e risparmiarle tanto disturbo».
«Peapasture» replicò «ho qualcosa da dirle. Prima di affidare la sua persona a un taxi di Puerto Grande, pensi come andrebbe a finire se chiedesse a un borsaiolo di spazzolarle i vestiti. Questo sarà anche un paese arretrato ma, quanto a rubare e a imbrogliare il prossimo, i sammarcani sono all’avanguardia rispetto a tutto il resto del mondo».
«Il termine più indicato» gli feci notare «non è ‘paese arretrato’ ma ‘nazione in via di sviluppo’ o ‘emergente’».
«Caro Peapasture, non sta mica facendo un discorso all’assemblea delle Nazioni Unite. Possiamo anche lasciar perdere i paroloni».
«Guardi che non è Peapasture, è Bodygood… oh, maledizione, ora fa confondere anche me».