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Lettera in versi quasi pasoliniana  a un/una giovane gender free

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Infliction, 2021 Courtesy Paolo Maggis

Ti diranno che il nemico è il patriarcale

mentre la sua maschera peggiore 

gode del tuo, che conosco bene, tremare, 

e ti vezzeggia, sapendo bene cosa ricavare – 

 

non erotico, ricorda, asessuato o multi

forme è solo il denaro, il mercato

che ti vezzeggia sua nuova categoria, 

togliendo al tuo diverso bacio ogni sperdutezza 

.

ogni follia. Diranno: è la tua identità

quel che invece è tremare perdendo

se stessi, furia, supplica, vastità

non io nell’io finalmente, intuarsi

.

la rosa dei baci che insegue la rosa

.

e sostituiranno alla tragica meravigliosa

tensione all’unità, la noiosa

replicabile individualità, il rientro

nella norma, nella triste legalità.

.

E, che è peggio, ti diranno

che sei dei tempi ultimi una novità 

fingendo di non conoscere 

le sognate terribili purezze antiche

.

in epoche di pagane sottomissioni dei corpi

alle divinità. Ti diranno che io

è l’unico Dio, mentendo su antiche

e nuovissime occhiute teologie

.

detenute da banchieri e la loro multiforme

ambiguità. Gli servi ora come uno specchio –

in primis alle aeree corti dello spettacolo 

la società che ti impone nei suoi varietà

.

e assottiglia la schiera dei padri

dei figli, in una vita che sempre più

le somigli, fluida dicono ma bloccata

in nessun tremore, nessun pudore o nascosta

.

verità. L’esibizione continua sarà la conquista

di una vita finalmente immaginata

realizzata senza realtà in ambiti virtuali senza

i tremanti gli oscuri segni carnali –

.

tu se puoi difendi conserva prega

quel che nel tuo tremore trema

apriti il petto bianco come guerrieri barbari

nella tua solitudine dolce e scema

.

contro chi sta chiamando con la tua idiota

e pura condiscendenza ancora “progresso” 

una società controllata, tutta

liberata dagli abissi del cielo 

.

che gridano e cantano fuorilegge

i medesimi precipizi del sesso.

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