Con settembre, riprendo la mia collaborazione con questo spazio che mi ha dato tante soddisfazioni e fatto compagnia nei giorni terribile della prima ondata pandemica con una formula nuova, perché da Libraio che racconta e comunica i libri mi piace sperimentare e cambiare sempre. Oggi parto con il raccontare un progetto e una casa editrice nuova, anche attraverso la voce del suo direttore editoriale e in occasione delle nuove 4 uscite di Settembre. Si tratta di Tetra- , una nuova casa editrice di lingua italiana nata da un’idea di Danilo Bultrini e Luca Verduchi, già editori di Alter Ego. La direzione editoriale è stata affidata a Roberto Venturini. Tetra- è un vero e proprio progetto editoriale che si sforza di raccontare la complessità del nostro tempo attraverso un mosaico di voci, di sguardi, di finestre sul mondo e prova afarlo attraverso la forma del racconto.
Diretta da Roberto Venturini, editor e scrittore candidato al Premio Strega 2021 con ‘L’anno che a Roma fu due volte Natale, e vincitore del Premio Bagutta 2018 con “Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera”. Vengono pubblicate quindi singole short stories con una formula originale che rende Tetra- un progetto unico nel suo genere: il quattro del mese si troveranno in libreria quattro racconti di quattro scrittrici e scrittori diversi, a un prezzo di copertina di quattro euro ciascuno. Ogni volume sarà numerato e verrà proposto in elegante formato quadrato.
Il 4 maggio scorso sono arrivati in libreria i primi libri, quattro preziose voci della scena letteraria contemporanea: Andrea Donaera, Paolo Zardi, Emanuela Canepa e Valerio Aiolli.
Ma è stato solo l’inizio: i volumi, che sono rigorosamente numerati, dal 4 settembre si sono arricchiti delle firme di Daniele Petruccioli, Romana Petri, Eduardo Savarese, Maddalena Fingerle.
Antonello Saiz
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Quattro libri. Quattro autori. Elegantissimo nel formato quadrato che ricorda un CD, Roberto Venturini ci vuoi raccontare cos’è Tetra e come nasce l’idea?
L’idea di Tetra- – un nuova casa editrice di lingua italiana nata da una folle e visionaria idea di Danilo Bultrini e Luca Verduchi, già editori di Alter Ego – nasce innanzitutto dall’amore viscerale nei confronti della narrazione breve e in seconda battuta dalla volontà di creare uno spazio d’incontro per accogliere alcune delle voci più interessanti dell’attuale panorama letterario, con l’intento di restituire ai lettori un mosaico della scena contemporanea attraverso la forma del racconto lungo. Un genere sulla carta perfetto peri nostri tempi – caratterizzati da una comunicazione frenetica e una fruizione immediata – eppure inspiegabilmente ancora messo in disparte e costretto a giocare un ruolo marginale dal mondo dell’editoria nostrana. I racconti sono un genere molto amato oltreoceano ma fino ad ora snobbato dalla grande editoria italiana. Esiste una crepa e quel pertugio vogliamo riempirlo di idee. Questo è il motivo per il quale sentivamo la necessità di far nascere Tetra-. Ai lettori italiani è stata imposta dai grandi gruppi editoriali una forma di lettura più immersiva. Il nostro intento – come la collana L’invisibile della casa editrice Industria&Letteratura diretta da Martino Baldi che ha esordito con la novella Cittadino Cane di Giordano Meacci – è quello di superare la difficoltà di attuare un cambio di sguardo, introducendo un passo diverso rispetto alla narrazione lunga. Una sfida che lanciamo principalmente ai lettori ma anche agli autori (per alcuni è vero e proprio esordio nel “mondo” del testo breve) perché il racconto lungo apre alla possibilità di sperimentare a 360 gradi e gli scrittori che si accostano a questo genere non si precludono alcunché. La short story ha una grammatica completamente differente rispetto al romanzo. Presuppone lo sforzo di avere uno sguardo lucidissimo per poter ammaliare il lettore. La nostra promessa è quella che tutti i racconti che pubblicheremo saranno di altissima qualità letteraria. La sfida di Tetra- è quella di fendere la coltre di pregiudizi che aleggia sul racconto proponendo una formula innovativa: non sillogi ma singoli racconti proposti a un prezzo di copertina ultra-economico, così da avvicinare lettrici e lettori di ogni tipo, offrendo loro testi di assoluto valore letterario. La scelta del nome, Tetra-, racchiude in sé gli elementi distintivi dell’idea stessa visto che tetra significa quattro e quattro saranno le uscite – come le stagioni – ogni quattro del mese, quattro saranno gli autori coinvolti in ogni quartina e quattro euro il prezzo di copertina. Ogni volume sarà numerato (ammiccando agli appassionati di collezionismo) e verrà proposto in elegante formato quadrato (le illustrazioni di copertina verranno realizzate utilizzando la tecnica del collage, per rimarcare ciò che Tetra- si pone come obiettivo: unire le differenti voci del panorama letterario italiano per raccontare la complessità e il fascino del mondo contemporaneo). E poi il numero Quattro è la rappresentazione del senso pratico, della concretezza, e della costruttività delle idee intesa in senso tangibile e ci educa a usare le nostre attitudini per poter realizzare ed esprimere ciò che in noi è più manifesto e solido: il proposito e l’ambizione di Tetra-.
Dal punto di vista dell’operazione editoriale, la natura di questi librini è particolare dal punto di vista del prezzo di copertina, della fattura del libro e dei contenuti di altissima qualità che ci fanno sperare che questi “oggetti” preziosi possano rappresentare dei long seller quindi: meno ricavi nell’immediato ma maggiori nel lungo periodo. I racconti di Tetra non hanno scadenza. Per quanto riguarda il rapporto tra costi di produzione e introiti è inutile mentire, la coperta è molto stretta, ma vogliamo guardare lontano.
Quattro è il numero perfetto ma Tetra è molto di più, e come hai spiegato, racchiude in un’unica parola l’essenza della casa editrice, che pubblicherà esclusivamente singoli racconti attraverso questo format. La prima quartina è stata disponibile a partire dal 4 maggio, vogliamo raccontarla nel dettaglio?
Sono a lavoro da oltre un anno e ho contattato diversi autori che reputo l’eccellenza della narrativa italiana contemporanea. La linea editoriale è quella di mescolare in tutte le quartine autori navigati, strutturati, ad alcune delle nuove voci che si stanno facendo largo imponendosi nell’editoria indipendente e non solo.
All’interno della prima quartina troviamo il racconto, sempre in bilico tra poesia e prosa, di Andrea Donaera dal titolo La notte delle ricostruzioni. Il protagonista nel corso di una notte ricostruisce i brandelli salienti della sua esistenza. Una notizia lo ha richiamato verso il suo paese d’origine, luogo di traumi e perdite, dove attraverso una serie di pensieri che fluiscono lisergici e annaspanti tenta una parziale ricomposizione della figura di una madre depressa, di un padre smarrito, di amicizie sfumate e di un amore mai detto. Ne L’ultimo raccolto Paolo Zardi ci racconta la vicenda umana di un ex enfant prodige della fisica infelice della sua esistenza. La fine del matrimonio subito con violenza spalanca in lui un enorme vuoto che però con il tempo inizia a riempirsi di significato grazie al trasferimento a Copenaghen e il suo mare livido, i tramonti estivi che non finiscono mai e i nuovi amori: la sua ultima occasione. Una delle tematiche fondamentali affrontate da Zardi in questo racconto è senza dubbio il sacrificio, non già quello compiuto per spirito di martirio ma un sacrificio volontario che è la condizione necessaria affinché il protagonista possa restituire a sé stesso e ai propri cari il suo ultimo raccolto. Con X-Una caccia Valerio Aiolli ci regala racconto a frammenti la cui voce narrante ricostruisce, attraverso la narrazione di vicende personali e fatti storici realmente accaduti, il pedigree del protagonista – un analista militare addestrato a raccogliere informazioni, studiarle e formulare analisi utili a garantire la sicurezza nazionale e internazionale, prendere decisioni politiche e prepararsi a scenari di guerra – con il quale condivide una comune volontà di investigare sul male e una profonda fascinazione per l’architettura del delinquere. A chiudere la prima quartina è Emanuela Canepa con il racconto Quel che resta delle case. L’autrice romana di nascita, e padovana d’adozione, ci regala un racconto a metà strada tra il realismo magico e wired costruendo una storia dalle atmofere paranormali dove nulla è come sembra. La protagonista è una bambina che durante una vigilia di Natale si ritrova sola a vegliare sui propri cari e ad alimentare la nuova casa dove si è trasferita da poco che sembra avere fame. Durante quella notte di festa c’è qualcuno nella residenza, la bambina lo sa. Quel che ancora deve capire è cosa fare di quelle presenze.
Con il 4 settembre sono arrivati altri 4 Racconti nuovi, presentati in anteprima al Flip, Festival della Letteratura Indipendente di Pomigliano d’Arco. Ci racconti questa seconda quartina ?
La seconda quartina è composta dai seguenti autori: Romana Petri, Eduardo Savarese, Daniele Petruccioli e Maddalena fingerle. Con Sotto la città, Daniele Petruccioli, grazie a un linguaggio che cattura i sentimenti in circostanze disagevoli, racconta con candida ferocia la complessa semplicità deli ultimi. Il protagonista è il classico “uomo normale”. Prima di sposare sua moglie, la portava al cinema per sedurla parlandole ininterrottamente, per legarla a sé, di progetti che già sapeva velleitari, terrorizzato di vederla scappare se avesse capito l’eroe mancato che era. Lei ci ha creduto troppo e dopo il matrimonio, e la nascita dei figli, gli rimprovera di avere abbandonato sogni e aspirazioni che a lui adesso sembra di non avere avuto mai. Una delle tematiche fondamentali di questo racconto è il senso di colpa che nel caso del protagonista, nel corso degli anni, ha scavato un rigagnolo infetto che ha intorbidato l’intenzione di una vita felice. In La camera di Ondino, Savarese riscrive in chiave contemporanea la mitologia dell’ondina: creatura, priva di un’anima, simile alla ninfa, alla quale è precluso l’accesso in Paradiso a meno che non si innamori di un essere mortale. Ondino – mietuti solidi successi professionali come artista a 360 gradi, stordito dai riconoscimenti più altisonanti, allettato dalle più fondamentali tentazioni – è oggetto di un ardente desiderio da quando ha deciso di ritirarsi nella camera in cima a una città in macerie: confinarsi. Perché, come scrive Savarese, “ritirarsi è tutto, l’unica cosa che conti”, bisognoso com’è di passare almeno per un tentativo di gioia vera. Il ripiegamento però non equivale alla solitudine. Il massimo del ripiegamento si consumava, in effetti, alla mezzanotte, quando Ondino dona il suo seme alla pretendente vittoriosa, alla donna che, giunta sulla cima della montagna di macerie e fatto ingresso nella camera, gli chiede la possibilità di diventare madre.
«La vita è un puzzle», ripete spesso la protagonista del racconto di Romana Petri Uno per due, «sposta anche un solo pezzo e nulla avrà più senso. Ma è un pericolo che nessuno di noi corre, per fortuna quei pezzi non stanno nelle nostre mani. Nessuno ha mai avuto tanto potere». Annie, il personaggio principale, è stata una donna bellissima. La sua vita, in fondo, le è piaciuta tutta, ma l’incontro con un fascinoso e “bruttissimo” fotografo disgrega improvvisamente la quiete della suo matrimonio. La donna riprende in mano la centralità della sua esistenza, che fino ad allora aveva dovuto condividere con un marito succube della madre e i due figli. Sarà l’incontro scontro con una figura ingombrante a permetterle di riordinare i tasselli del puzzle della sua esistenza. In questo racconto, Petri esplora con mirabile accuratezza il territorio emotivo della protagonista, attingendo alle inesauribili riserve di forza d’animo femminile. Una proposta stronza, il saggio umoristico di Maddalena Fingerle, non è un testo sulla gravidanza né sulla maternità, è solo la risposta a una bizzarra richiesta a un’autrice da parte di un editore squalo. Chiamandola pubblicamente bizzarra – ne è convinta la protagonista – farà ridere il pubblico che penserà: stronzo, quell’editore, ti credo che se ne è andata, avrei fatto lo stesso pure io! Però l’autrice in questione alcune cose da dire sul tema ce le ha perché tra scrittura e gravidanza ci sono analogie che vale la pena indagare. Maddalena Fingerle giocando con due tematiche apparentemente distanti applica, in maniera brillante ma rigorosa, la grammatica del saggio scientifico facendo deflagrare continuamente la miccia di un umorismo irresistibile.
Nel salutarci vuoi raccontare il cantiere di lavorazione a che punto è, ma soprattutto se puoi farci qualche nome attrattivo dei prossimi mesi…
Attorno alla terza quartina preferiremmo mantenere ancora un certo riserbo. Vi basti sapere che gli autori coinvolti sono: Antonio Moresco, Valeria Viganò, Giorgia Tribuiani e Alfredo Palomba.
Buona lettura di racconti a tutti.
Antonello Saiz