“L’officina delle anime rotte” di Anna Maria Tamburri (Liberilibri, 2022 pp.201 € 16.00) è una raccolta di racconti, un’antologia intima dei sogni e dei misteri dell’animo umano. L’autrice si confronta con la descrizione di storie significative del mito, con l’identificazione dell’origine della letteratura e analizza la narrazione con sapienza culturale e autentica empatia. Anna Maria Tamburri riconosce l’influenza simbolica e analitica delle espressioni svelate nell’interiorità. Rinnova l’esigenza di una ricerca emotiva verso le motivazioni primordiali delle azioni umane, proietta l’interpretazione della realtà nella condivisione prodigiosa dei luoghi interiori, compie il viaggio nella regione oscura degli spiriti inquieti, nell’intreccio occulto dell’esistenza. I racconti abbracciano l’essenza della quotidianità, ritrovano la destinazione della vertiginosa e complessa armonia del mondo, ripercorrono l’equilibrio interiore, decifrano l’azione trasformatrice delle emozioni. L’autrice oltrepassa il confine metafisico della sensazione dell’ignoto, scorge la corrispondenza della consapevolezza, il limite della conoscenza di sé, comprende la possibilità intuitiva del pensiero tangibile con l’entità invisibile dell’altrove. Il libro è arricchito dal territorio di frontiera di ogni strumento conoscitivo, esplora l’esperienza umana con le sollecitazioni evocative di spazi e rifugi lontani, rintraccia l’etica originaria della luce, osteggia la percezione del male. “L’officina delle anime rotte” è un libro abitato da un bagliore di divinità, una riproduzione estetica di un mondo altro, frequentato da personalità epiche, primitive ed enigmatiche, emblemi della declinazione profetica dell’infinito. Un’osservazione intorno alla dimensione dimenticata e al tempo stesso rinnovata, nella quale ritrovarsi nella tensione filosofica, nel ritmo dialogico delle pagine. Anna Maria Tamburri schiude il senso della sua riflessione esistenziale nell’andamento creativo delle proprie ispirazioni, incrocia le relazioni vitali, il rumore delle immagini con l’indagine tra visioni oniriche e contrasti reali, connette il contenuto dei suoi racconti con l’inatteso accostamento tra la materia visibile ed entità invisibile. Una mitologia sciamanica sostiene il volo magico delle parole e chiama a raccolta, nell’anima, l’effetto dei segnali che l’autrice riesce ad afferrare. Il vissuto di ogni protagonista si nutre di rapidi e imprevedibili lampi di coincidenze, aggiunge la cifra della verità all’incertezza spontanea della vita, elabora prove di nostalgia. La sacralità della spiritualità incontra l’atmosfera arcaica di sentimenti contrastanti, indirizza il richiamo alla misericordia. Anna Maria Tamburri percorre un itinerario di speranza e di riscatto nella dimensione frammentaria dell’umanità, insegue la fiducia nella rivelazione degli stati d’animo, nella fibra impercettibile della contemplazione, realizza il perdono e la commiserazione, salvaguarda l’innocenza, le origini del male e del bene. Afferra la forza della cura, l’indirizzo opportuno per ogni principio vitale spezzato e appassito. La Natura elegge a sua testimonianza la comunicazione dei colori, dei ricordi, del miracolo straordinario della vita. Confida in una rinascita di anime valorose, delicate e devote nel sacro tempio del desiderio.
Rita Bompadre