Il 15 Luglio del 2020, appena venuti fuori dalla prima grande ondata pandemica, Edizioni di Atlantide pubblicava tre autori e tre titoli con un nuovo marchio chiamato Blu Atlantide: Catrina Davies con il suo “Mal di casa”, Alessandro Valenti con “Ho provato a morire e non ci sono riuscito” e il long seller della collana ammiraglia, vale a dire “L’estate che sciolse ogni cosa” di Tiffany McDaniel. Per dirla con il Direttore editoriale, Simone Caltabellota, mentre la collana ammiraglia de ‘I libri di Atlantide’ rappresenta un’idea di letteratura fuori dal tempo e dal presente, con Blu Atlantide si è voluto pubblicare, invece, autori e libri che raccontano cosa sta succedendo oggi e cosa accadrà domani nel mondo.
I libri di Atlantide, noti per questo loro andare oltre il tempo e le mode, sono stati stampati sempre su carte di pregio fin dalla prima comparsa nel 2015. Con Blu Atlantide si è cercato di portare negli scaffali delle librerie, a un prezzo più accessibile, libri, sempre di altissima qualità e pregio, ma capaci di raccontare ed esplorare idee, possibilità e paesaggi della contemporaneità. Libri alla scoperta di nuova bellezza e pensiero, appunto, per raccontade l’oggi e pure il domani.
Nei mesi successivi alla pubblicazione della prima terna è stata poi la volta della riproposizione de ” Il mio cuore umano” di Nada Malanima” “L’Outisider” di Colin Wilson e “Il caos da cui veniamo ” di Tiffany McDaniel. Col tempo sono diventati ventiquattro i libri pubblicati, tra cui Naoise Dolan con “Tempi eccitanti” e Paul Mendez con “Latte arcobaleno”, Mat Osman con “Rovine” e Indiana Schneider con “38 domande per innamorarsi”, Cal Flyn con “Isole dell’abbandono ” e Ben Ehrenreich con “Taccuini del deserto “, Neil Vallelly con “Vite rubate” e Lorna Mott con “Torna a casa”, Matteo Trevisani con “Il libro del sangue”, Caleb Azumah Nelson con “Mare Aperto”, Massimiliano Governi con “L’editor” , Anne Griffin con “Ancora in ascolto” e “Quando tutto è detto”, fino alle ultime due uscite di settembre 2022, “L’uomo che voleva guardare le stelle” di Joe Stillman e “Melanconia di classe ” di Cynthia Cruz.
Proprio in questi primi giorni di ottobre, e dopo aver fatto con successo il Libraio per un giorno nella nostra libreria di Parma, si è festeggiato con una seconda ristampa il successo de “L’anno capovolto”, pubblicato in Blu Atlantide nel giugno scorso, e secondo romanzo dello scrittore e giornalista toscano Simone Innocenti. Dopo il primo romanzo ‘Vani d’ombra’ pubblicato da Voland, la raccolta di racconti d’esordio, ‘Puntazza’ pubblicata da L’erudita, e la guida letteraria ‘Firenze Mare’ uscita per Giulio Perrone Editore, arriva questo romanzo di Innocenti, che, nello spirito della Collana e partendo da una notte di Capodanno, ben esplora la contemporaneità e si impegna a raccontare una intera generazione con le sue aspettative e aspirazioni, con i suoi tradimenti e le sue fallimentari rinunce.
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Simone, hai scritto questo nuovo romanzo che si chiama “L’anno capovolto” e voglio farti un paio di domande per capire come entrare al meglio tra le pagine del libro. Allora, la prima domanda è molto semplice, ti chiedo di raccontarci il tuo arrivo in Blu Atlantide e anche il tipo di percorso di scrittura intrapreso?
“Atlantide è stato un suggerimento del mio libraio di fiducia: Andrea Mello dell’Ora Blu di Firenze. Andrea è un libraio indipendente, molto attento alla narrativa francese: spesso mi ha consigliato e fatto conoscere grandissimi autori. La mia stima nei suoi confronti è nata così. Un giorno, tempo fa, quando nella sua libreria non c’era nessuno mi chiese se stavo scrivendo qualcosa. Gli risposi che sì, qualcosa avevo già scritto e che era molto diverso da “Vani d’ombra”, un monologo di rimando uscito per Voland nel 2019. Mi pare che fu Andrea a domandarmi se avevo qualcosa dietro e gli risposi che non giravo coi manoscritti, ma che se voleva gli leggevo qualcosa. Così gli lessi, credo, una ventina di pagine. E la sua reazione fu: questo è da Atlantide, gliel’hai spedito? Risposi che no e aggiunsi anche che non mi sembrava il caso: la chiudemmo lì. Ma quel momento ruppe qualcosa dentro di me: così nei giorni successivi tornai da Andrea per leggere ancora alcune pagine. E dopo un po’ lui mi disse: lo devi spedire ad Atlantide. Non è che me lo chiese, me lo disse d’imperio. Per una settimana mi rigirai quel suggerimento, poi mi dissi che – se era così bravo a consigliarmi libri – magari lo era anche per indicarmi un editore. E allora scrissi a Simone Caltabellota, che è direttore editoriale di Atlantide per sondare il terreno. La risposta arrivò un mese dopo ed era positiva. Così ci siamo incontrati e alla fine è uscito il romanzo. A Simone era piaciuta la polifonia contenuta nella storia. Non era ossessione pura, come in Vani d’ombra. Era qualcosa che lo aveva attratto. Il passo successivo è stato poi il lavoro di editing. Atteso che sarebbe stato lui a essere il mio editor, un fattore per me decisivo nell’uscire con Atlantide”.
Tutta la trama del libro ruota intorno alle vicende di ben venti personaggi e in ogni capitolo è come se l’uno ricevesse il testimone dall’altro. In buona sostanza qual è la storia che raccontano questi personaggi e lo stile che caratterizza questo tipo di narrazione ?
“Venti amici si trovano in una villa ai bordi del mare per festeggiare la festa di Capodanno. Siamo ai Ronchi, a Marina di Massa, una Toscana di confine. In una serata che segna il confine col concetto del tempo. E con una comitiva di persone che confinano tra di loro e sconfinano spesso in loro stesse. Siamo dunque in una zona di margine, a tempo. I proprietari della villa sono signori molto ricchi e influenti, la ricchezza attira ricchezza. Ma i venti amici si sono conosciuti quando erano giovani, hanno traiettorie di vita diverse e accanto al notaio c’è un venditore di lampadine, accanto all’industriale c’è uno che per sbarcare il lunario pulisce le grondaie. Alto e basso – da un punto di vista meramente sociale – caratterizzano le compagnie in Toscana. Solo che nessuno è mai ciò che dice di essere: il tradimento è una molla narrativa enorme, consente sotterfugi, alleanze, rotture, cattiverie, sgambetti ma anche amore, dolcezza, sesso. Alto e basso, insomma. Lo stile non sta a me definirlo. A me interessava la struttura del romanzo: venti racconti che, se incrociati, avrebbero gemmato un romanzo. All’interno del quale trova spazio la ritualità sociale e una certa società che, come dice Delfini, è una sciocchezza inventata dagli esseri umani.
Simone, ci porti, velocemente, dietro le quinte: come è stato lavorare a questo libro?
“Un mese secco, molto intenso. Individuati alcuni punti di caduta, si è lavorato per renderlo come adesso è. Ennemila riletture del manoscritto perché tutto filasse, non ci fossero tensioni temporali, non ci fossero sbavature logiche”.
Buona Lettura, allora, a chi non ha ancora letto ‘L’anno capovolto’ di Simone Innocenti o uno dei tanti gioiellini disseminati in Blu Atlantide !
Antonello Saiz