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Le “Incursioni” di Italo Svevo. Intervista a Giuseppe Nibali

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Questa settima andiamo a raccontare, attraverso il romanzo ‘Animale’ di Giuseppe Nibali, la Collana di narrativa “Incursioni”, nata abbastanza di recente, nel 2019, da un’intuizione dell’editore della casa editrice Italo Svevo, Alberto Gaffi. La Collana, inserendosi nel percorso già tracciato con successo dalla Piccola Biblioteca di Letteratura Inutile, si avvale di un impianto grafico, elaborato da Maurizio Ceccato, originalissimo e che trae spunto dai rebus di lettere e immagini, oltre che, come da tradizione della casa editrice, dalla particolarità delle pagine intonse, da separare con un tagliacarte. Questa collana si propone di presentare ai lettori narrative altre ed è stata affidata, non a caso, all’editor Dario De Cristofaro, che in questo modo ha potuto raccogliere i frutti del suo decennale lavoro di scouting di autori italiani per la rivista  Effe – periodico di Altre Narratività.
I primi due titoli pubblicati sono stati ‘Alba senza giorno’ di Fernando Coratelli e ‘Scavare’ di Giovanni Bitetto, quest’ultimo ospitato ai Diari di Parma pochi giorni prima dello scoppio di una epidemia diffusasi a livello mondiale. Hanno fatto seguito romanzi di esordienti accanto a quelli di scrittori già affermati: ‘Le isole di Norman ‘ di Veronica Galletta,  ‘Resti’ di Gianni Agostinelli,  ‘Murene’ di Manuela Antonucci, ‘Lingua Madre’ di Maddalena Fingerle,  ‘Spirdu’ di Orazio Labbate,  ‘Nostalgie della terra’ di Mauro Tetti, e da pochi giorni nelle librerie ‘Male a Est’ di Andrea Simionel, oltre a ‘Animale ‘ di Giuseppe Nibali uscito nell’aprile scorso. Come si può notare una selezione attenta e curata di titoli dove la bellezza della forma esprime e libera la profondità dei contenuti. Tutti i libri si sono contraddistinti, finora, per sensibilità e intelligenza, istinto narrativo e sguardo acuto sulla realtà, attraverso cui creare un diversivo, un effetto sorpresa dirompente. Un tentativo coraggioso di alzare il livello qualitativo, assestando scosse e colpi alla palude di uno scenario narrativo, troppe volte,  immobile.

‘Animale’ segna l’esordio di un giovanissimo Giuseppe Nibali che con grande padronanza di linguaggio racconta la storia di un giovane ragazzo, di nome Giuseppe, ossessionato fin dall’infanzia dalle specie animali, e del suo ritorno in Sicilia dove deve prendersi cura del padre Sergio, professore di filosofia, colpito da un ictus.

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Questo è il tuo romanzo d’esordio e ti voglio fare un paio di domande per capire come entrare col giusto passo in questo romanzo. Allora, la prima domanda è molto semplice: intanto se ci porti nel dietro le quinte della lavorazione del libro e ci racconti più in generale come è nata l’idea di questo romanzo e poi il processo di scrittura e quali percorsi ha intrapreso prima di arrivare a pubblicare nella Collana Incursioni?

GN: Caro Antonello, grazie intanto per queste belle domande e questo spazio. Difficilissimo è per me parlare lucidamente di questo testo che mi è costato tanto in termini di fatica e di scavo. Il mio primo romanzo è appunto soprattutto un lavoro di scavo, scavo nella mia storia familiare, nel mio passato, nella mia contemporaneità. Per questo il testo ha avuto nel tempo molte forme e altrettante versioni, avevo in mente qualcosa di più politico, all’inizio, ma poi una forma di nostalgia mi ha invaso e ho cominciato a perdermi come fa il mio protagonista nelle pieghe di questo mio tempo, per questo la veste finale del romanzo altro non è che un lungo racconto delle miserie di due generazioni, la mia e quella di mio padre, che sono lo specchio delle solitudini e dei dolori di quelle di Sergio e di Giuseppe, nel testo. In questa forma il romanzo è stato letto da Dario De Cristofaro, direttore editoriale della collana italo Svevo, e uomo lucidissimo e attentissimo alla narrativa contemporanea.

Con Dario la mia scrittura si è fatta più consapevole, sicuramente più matura, e giorno dopo giorno il testo ha preso la conformazione attuale, che è quella che più gli rassomiglia, a mio parere, che veste meglio. Se invece parliamo dei percorsi interni, del lavoro di ricerca che un giovane autore deve fare per arrivare a presentare il suo testo a chi quel testo può apprezzarlo (e che ha le condizioni materiali per pubblicarlo), allora il discorso cambia. È stato grazie a una mia cara amica, Tiziana Cazzato, che sono arrivato all’attenzione di Dario, ci siamo piaciuti e tanto è bastato. Sul periodo precedente, fatto di qualche rifiuto e di qualche bella dichiarazione di stima, non mi dilungo troppo, credo sia una storia simile a quella di molti altri esordienti. E credo anche, per quanto sia impopolare, che sia una strada bella e necessaria, per tutti.

La trama del libro ruota intorno alle vicende e al rapporto tra un figlio che parte da Bologna e il padre ricoverato per un ictus in Sicilia. Andiamo nel vivo delle pagine del romanzo e immergiamoci nella trama e nel confronto tra questi due mondi e generazioni diverse che si incontrano per spiegare nel dettaglio l’ ” Animale” del titolo?

 

GN: Credo sia una domanda talmente grande da rappresentare il cuore stesso del libro, e te ne ringrazio. Ti ringrazio soprattutto perché ti sei concentrato sull’animale in copertina dato dal significante che Maurizio Ceccato, grafico di italo Svevo, ha così bene spalmato sul cartone. L’uomo è un animale. E partire da questo piccolo dato, ancora oggi, a quasi 200 anni dall’opera di Darwin, sembra creare scalpore. Lo fa, naturalmente, perché siamo immersi nel culturale, e non riusciamo a staccarci, come ci dimostra la situazione dei combustibili fossili o la gestione allegra della questione nucleare. Siamo immersi nel culturale, e anche questo libro ne è intriso, Sergio e Giuseppe, i suoi protagonisti, non fanno altro che rimbalzare dentro la camera iperbarica delle loro rispettive solitudini. Ognuno odia la propria vita per motivi diversi: Sergio, il padre, ha vissuto dal protagonista gli anni ‘70 e la contestazione studentesca come membro di potere operaio, ha amato, ha scopato, ha mangiato; Giuseppe, d’altro canto, non sembra capace di vivere, ma solo riesce a guardare la vita degli altri sui social network, i video su YouTube e si sospinge a fatica nel suo mestiere di pubblicitario, vessato dai ritmi di lavoro contemporanei senza mai interrogarsi sulle cause. La Sicilia è il campo scelto per questa battaglia in cui questi due uomini si rincontrano dopo che il padre è stato offeso da un ictus che lo costringe in clinica, in una Giardini Naxos invernale, fredda e piovosa. L’animale è dunque il padre, una bestia ferita che ha ferocemente affrontato la vita, ma è anche il figlio, ossessionato come è dalle visioni pornografiche che lo circondano nella società della trasparenza, nello sciame.

Hemingway affermava che l’Italia era uno strano paese, dove metà della popolazione scriveva e l’altra metà non leggeva. Poi, però, arriva una Collana come Incursioni di Dario De Cristofaro che si conferma essere una palestra incredibile di sperimentazione e capacità di osare e alzare l’asticella nella composizione architettonica delle narrazioni e diventa quasi obbligatorio dover arrivare a quella metà che non legge e far conoscere opere come questa. Animale non sfugge a quella che è diventata una regola di Incursioni. Da giovanissimo ragazzo del 1991 ci spieghi la tua personalissima idea per poter raggiungere lettori e andare a pescare pure nel pubblico dei non lettori?

GN: se la seconda domanda è stata accolta da me con grande felicità, questa mi mette in difficoltà. Mi perdonerai, Antonello, non riesco a perdere un certo cinismo tutto siciliano che però ha punte di grande e immotivata joie de vivre. Ma sto andando fuori tema, una cosa che come professore e come scrittore mi caratterizza.

Mi sembra si tratti di due argomenti differenti, conosco e apprezzo questa frase di Hemingway e ancor di più posso confermarla nel segno di una pluriennale militanza nel mondo culturale italiano che mi ha portato a capire e a vedere quanto questo Paese sia assolutamente dipendente dal bisogno di narrare se stesso sulla carta. Ma fa ridere, ovviamente, quanto a questa grande volontà narrativa o addirittura a questa grande vocazione narrativa non corrisponda un contrappunto nei conti mensili delle librerie.

Devo ammettere poi che, fatti salvi alcuni lettori forti, i gusti dell’Occidente tutto, non solo dell’Italia, stiano crollando rapidamente verso quell’offerta unica indistinta che spesso le major portano avanti dimentichi, forse, del loro peso pedagogico. Permettimi a tal proposito di fare un piccolo endorsement verso la tua Diari di bordo di Parma e le tante, maltrattatissime e utilissime librerie indipendenti sparse per lo stivale, sono loro a rappresentare l’ossatura della lettura di spessore in Italia.

Venendo all’altro discorso io credo (ma mi scuserete, di nuovo la deformazione professionale) che sia un problema di educazione. I ragazzi leggono e scrivono ma la scuola non tiene il passo e questo è un problema che non ci poniamo mai, soprattutto noi insegnanti.

Per essere chiari: come si fa a lamentarsi del tasso di obesità degli USA senza analizzare la tradizione alimentare portata avanti dal capitalismo americano in questi anni, il mito del cibo XXL e la vocazione alla proteina animale e ai grassi. Allo stesso modo è impossibile secondo me lamentarsi del poco pubblico di lettori forti in questo Paese senza considerare quanto pervicacemente si cerca di boicottare la lettura facendo affrontare nelle scuole i narratori e poeti contemporanei così male, così di sfuggita, così incidentalmente rispetto a Manzoni e Foscolo. Se noi investissimo nella lettura delle opere contemporanee riusciremmo forse a diminuire quello scollamento tra lo scolastico e il culturalmente alto, ancora, tra lo scolastico e il necessario. Italo Svevo cerca di andare in questa direzione investendo su alcuni degli autori più interessanti della nuova narrativa italiana (penso a Maddalena fingerle, penso a Mauro Tetti penso a Manuela Antonucci e Veronica Galletta o Orazio Labbate), tutti titoli che cercano di innovare e svecchiare ma soprattutto che prendono soluzioni sorprendenti, nuove.

Buona Lettura, dunque,  di Animale e di tutti i titoli della Collana Incursioni di Italo Svevo.

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