Come uno che non ha potuto accedere a un’istruzione scolastica regolare a causa del Partito comunista che vedeva tutta la nostra famiglia come un nemico del popolo, quel che mi impressiona di più di Umberto Eco è la sua erudizione. Ma non è la sola cosa; se non fosse per il suo talento fuori dal comune, la sua sensibilità, la sua immaginazione, l’acume e la capacità narrativa non sarebbe per il Ventesimo secolo ciò che senza dubbio è: uno straordinario fenomeno letterario e un semiologo il cui lavoro ispirerà molte generazioni di studenti.
Mi rendo conto che averlo conosciuto direttamente e avergli personalmente consegnato il premio della nostra «Vize 97 Foundation» è stata una grande fortuna.
Gli auguro tutto ciò che si può desiderare alla sua veneranda età e non vedo l’ora di poter leggere nuovi suoi saggi e romanzi.
(Vaclav Havel, pag. 33, Corriere della Sera, 5-1-12)