La giostra del perdono, Piemme 2023, pp. 420, € 13,00 è l’ultima delle inchieste del commissario Clodoveo, creato da Cristina Stillitano.
Un romanzo giallo in cui il protagonista, il commissario Agostino Clodoveo, deve indagare sulla scomparsa di Clara Tebaldi, una dama dell’alta borghesia romana.
Parte importante della narrazione ruota intorno alla vita privata del commissario, molto apprezzato dalle donne e con una figlia da ottenere in affido. In questo romanzo il lettore indaga insieme all’ispettore, i colpi di scena sono spesso anticipati e preparati ma senza sacrificare la tensione. Infatti, ad ogni perché ne segue un altro. E l’indagine non è soltanto sui fatti, sulle vittime e sugli assassini e sui loro sensi di colpa ma anche sui diversi moventi attraverso i quali il male si esprime.
È una descrizione dell’attività investigativa, dove non solo è importante capire chi è l’assassino ma anche trovare il modo di incastrarlo. La descrizione è accurata e profonda. La scrittrice, appassionata dagli anni Cinquanta, interpreta e descrive personaggi calati nella quotidianità dei nonni dei cinquantenni di oggi, restituendoci un mondo affascinante e vivo. Un mondo oggi impensabile, con valori profondi di solidarietà e coesione tra le persone, dai colleghi ai vicini di casa.
Questo romanzo non è solo un giallo ma il racconto di un mondo che sta cambiando, dove convivono generazioni diverse con diverse esigenze. La Stillitano coglie questa frattura nel periodo subito dopo la guerra e prima del boom dell’Italia del consumo che, come ricordava Pasolini, avrebbe stravolto le tradizioni intime delle comunità italiane come il fascismo non era mai stato capace di fare.
E forse, il germe del relativismo consumistico già iniziava a covare nei giovani della classe abbiente degli anni Cinquanta, frettolosa di esorcizzare il vicino conflitto e inevitabile modello di riferimento della generazione del boom. La saga di Clodoveo è destinata a fare strada per la sua capacità di mostrarci un male sempre più simile a quello dei giorni nostri ma in un mondo così ricco di calore umano che non possiamo non rimpiangere. Un mondo dove la coscienza è uno strumento vigile e chiedere perdono non è una debolezza ma un dovere. Perché come dice il brigadiere Colomba “Buoni e cattivi, la linea sta scritta sulla sabbia. Arriva l’onda e ti ritrovi dalla parte sbagliata.”
Carlo Tortarolo