“Credo in tutto ciò che non vedo e credo poco in quello che vedo” (Anna Maria Ortese). La frase citata nel libro “Awen Lo scontro” di Monica Zunica (Marlin Editore, 2022 pp. 328 € 18.00) racchiude magistralmente il principio necessario per spiegare l’intera opera dell’autrice. Monica Zunica infatti, nel libro secondo, nutre il suo racconto epico di contenuti originali e sorprendenti, materializza la luce creativa della terrena transitorietà e incarna la divina identità di ogni anima individuale. Il romanzo, ambientato in Molise, incrocia elementi immaginari e reali, modifica il pertugio fluttuante della geografia umana, seduce l’atmosfera della straordinaria leggenda con l’influenza intellettiva di tanti altri autori, nei riferimenti elogiati come forma di suggerimento suggestivo al servizio della letteratura. Monica Zunica controlla, attraverso la sua rievocazione eroica, il potere esclusivo e simbolico di Awen, nominato nella premonizione dell’ispirazione, intuisce nel racconto romanzato la qualità espressiva di tutto quello che è soggetto e trama dell’invisibile, espone il prodigio dell’avventura, insegue i miracoli del sogno. Illustra l’ostilità dell’umanità, contamina la derivazione del conflitto con l’energia sovrannaturale, legata a ogni destino irraggiungibile e inafferrabile. Il libro giunge al lettore in uno svolgimento stimolato dal simbolismo magico dell’evoluzione narrativa, oltrepassa la connessione spirituale e raggiunge l’illuminazione preziosa per affrontare le vicissitudini. “Awen Lo scontro” affronta il percorso allegorico della protagonista Diana, il viaggio lungo alleanze primordiali, tra regine, draghi, atteggiamenti enigmatici, alla ricerca dei Guardiani per rianimare la loro memoria, esplora il tradimento del tempo a ritroso, rivela il luogo emblematico ed esegetico del terrapieno dell’Altrove, come un territorio di confine dove poter indagare sull’interpretazione dei pericoli e sul componimento degli eventi e giungere alla consapevolezza dell’unione tra l’equilibrio degli uomini e la dottrina misterica delle forze della natura, oltre il combattimento di uno scontro finale. Monica Zunica trasmette il coraggio e la temerarietà di una filologia del fantastico oltre le convenzioni, difende l’incredibile azione della finalità positiva nella salvezza, analizza la veggenza fenomenale delle imprese sovrumane, indaga sulla fermezza del combattimento. L’autrice risponde all’impulso trascendente riconducibile agli interventi ultraterreni, conosce l’efficacia singolare di disporre di uno sguardo abile nell’osservare le manifestazioni della natura, possiede un istinto capace di percepire la sfuggente inquietudine degli ostacoli sommersi, il valore di inseguire le proprie intuizioni. I riferimenti presenti nel libro richiamano l’essenza fluida di uno spirito persuasivo, alla ricerca di una disciplina nel complesso delle facoltà intellettuali ed emotive, nella comprensione di ogni disposizione mentale in cui lo sviluppo temporale tra passato presente futuro coinvolge l’entità della mitologia evocata. L’incantesimo vitale tra le pagine sfiora l’immaginario, la ragione occulta stimola e nutre il desiderio di ogni sortilegio. Una illuminazione visionaria che riflette la volontà di sostenere e proteggere la grazia di un privilegio eletto per i sognatori. “L’Awen io canto/ Dal profondo io lo sento/ Come un fiume che scorre/ So quanto si estende/ So quando scompare/ So quando si riempie/ So quando straripa/ So quando si restringe”.
Rita Bompadre