La conclusiva brevità, manuale di scrittura.
Oggi il mio compagno Marco d’Oggiono m’ha dato un libro sulla prospettiva, scritto sotto dettatura del maestro Leonardo da Vinci. Il libro comincia così:
Tra gli studi delle naturali cause e ragioni, la luce diletta più i contemplanti; tra le cose grandi delle matematiche, la certezza della dimostrazione inalza più preclaramente l’ingegno dell’investigante.
La Prospettiva adunque deve esser preposta a tutte le trattazioni e discipline umane, nel campo delle quali la linea radiosa è complicata dai modi delle dimostrazioni, nella quale si trova la gloria non tanto della Matematica quanto della Fisica, ornata coi fiori dell’una e dell’altra.
Le sentenze delle quali, distese con gran circuizione, io le restringerò in conclusiva brevità, intessendo, secondo il modo della materia, naturali e matematiche ricostruzioni, alcuna volta concludendo gli effetti per le cagioni e alcuna volta le cagioni per gli effetti; aggiungendo ancora alle mie conclusioni alcune, che non sono in quelle, non di meno da quelle si traggono, come si degnerà il Signore, luce di ogni cosa, illustrare me per trattare della luce.