La madeleine de I taccuini della colazione di Frank solitario – Tic Edizioni – è una danese alla crema, anzi, per la precisione, una mollica di danese alla crema offerta dalla mano materna grazie alla quale l’autore diede dimostrazione che – per quanto riguarda la colazione – avrebbe sempre comandato. Dopo quella mollica, una lunga quanto assidua frequentazione di bar e pasticcerie ha scandito l’esistenza – su cui aleggia uno spessa coltre di mistero – di Frank Solitario che, dopo trentasette anni in cui non ha mai fatto colazione a casa, condensa in questi taccuini la storia di un amore che prende le forme di una sorta di breve trattato – forse un fenomenologia? – della colazione e di tutto il mondo che vi ruota intorno.
Così, si squadernano attraverso i ricordi storie e incontri, osservazioni infraordinarie, folgorazioni e intuizioni, che riemergono “diaristicamente” dal passato sotto forma di bar e pasticcerie, cappuccini tiepidi senza schiuma, ma anche di signorina Tonia con il baricentro basso che arriva al bar mulinando i glutei come le Entità Biologiche Extraterrestri, e ancora volti e voci, discorsi e chiacchiere che si sono stratificati nel tempo come uno smisurato romanzo. Ci sono poi le tipologie di bar – a partire dai “bar degli Altolocati” – e la diversa fauna umana – dal Ludopatico Marchigiano alla Contessa degli Schnautzer – che li frequenta, con le diverse e a volte inusitate richieste, o la lotta per accaparrarsi il quotidiano da leggere mentre ci si lascia ombrare il labbro superiore di calda schiuma di latte. D’altra parte, “l’amore, qualsiasi cosa esso sia, non ha niente a che spartire con la colazione. Lo stomaco e il cuore si trovano vicini, ma hanno funzioni totalmente diverse. Come il frullatore e il vibromassaggiatore”, ricorda Frank Solitario, trionfa invece la colazione con il suo rito annesso, che sembra dover inaugurare l’esistenza giornaliera diventandone la premessa insostituibile, secondo una procedura sperimentata e consolidata: “Ho in via definitiva calcolato che per consumare la colazione perfetta devo uscire esattamente alle 6.51- In precedenza avevo solo ipotizzato una fascia oraria e a tutti coloro che mi incalzavano rispondevo: quanto al giorno e all’ora precisi, nessuno li conosce, neanche il Figlio dell’Uomo o gli angeli del cielo, ma solo il Padre”. E mentre scene e momenti di colazioni passate si susseguono proustianamente, Frank Solitario con divertita acribia passa in rassegna di volta in volta i migliori prodotti da forno, i migliori cappuccini e caffè e tutti gli elementi che concorrono a rendere la (sua) colazione un momento di inalterato paradiso. Con un monito finale, dopo il piacere paradisiaco: “La discesa agli inferi inizia quando l’ultima parte del danese alla crema con gocce di cioccolato sta per essere inserita nel cavo orale; fondi del cappuccino vaticinano un futuro incerto, proprio mentre del quotidiano Il messaggero riesco a intravedere la pagina dei necrologi”. Un Frank Palomar che riesce a far balenare sprazzi di eternità in questo vago mondo fluttuante.