Questa settimana, per Le Tre Domande del Libraio, incontriamo le ragazze di una casa editrice nuova e vivace, 8tto Edizioni, per farci illustrare il progetto editoriale della casa editrice in occasione anche della pubblicazione di un libro tra i più attesi: la raccolta di racconti “Humoursex” pubblicata il 9 giugno per la curatela di Maria Vittoria Vittori.
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Ragazze ci iniziate a raccontare questa raccolta di racconti, “Humoursex”, che mette insieme diverse scrittrici accomunate da una sensibilità irriverente. Regina di Luanto, Marchesa Colombi, Contessa Lara, Annie Vivanti, Matilde Serao, Térésah, Amalia Guglielminetti: una carrellata di scrittrici e donne che parlano di donne ad altre donne con la loro penna. Ci dite qualcosa di più su queste scrittrici e lo stile di scrittura che caratterizza e accomuna ognuno dei singoli racconti?
A cavallo tra Ottocento e Novecento succede che alcune scrittrici attivamente impegnate nel giornalismo, sia mondano culturale che di denuncia sociale, come Contessa Lara, Térésah, Matilde Serao, in rivendicazioni emancipazioniste − Regina di Luanto − nel movimento femminista mozzoniano − Marchesa Colombi − oppure in avventurosi percorsi di autonomia individuale e artistica come Annie Vivanti e Amalia Guglielminetti, avvertono il desiderio e anzi l’esigenza di entrare con sguardo critico e piglio combattivo nel teatrino della seduzione per smontarne le quinte.
Occorre ricordare che nella struttura patriarcale del tempo l’umorismo non era certo moneta corrente per le scrittrici: nell’educazione delle donne, interamente votata al rispetto delle regole sociali e di modelli comportamentali precostituiti, non poteva esservi spazio alcuno né per l’osservazione critica né per l’ironia, considerate pericolosi indizi di ribellione, quando non veri e propri oltraggi. Ecco perché nei loro racconti queste scrittrici brandiscono l’ironia come un’arma; la usano per distruggere, smantellare, fare a pezzi l’ideale di amore romantico che andava in voga in quegli anni, rivendicando il diritto di avere uno sguardo originale e dissacrante su un tema considerato “intoccabile”. Le parole sono importanti, diceva Nanni, perché le parole aprono varchi e possono restituire pensieri e modelli di comportamento del tutto nuovi. Questi racconti non fanno solo ridere – e vi assicuriamo che si ride molto! Le penne di queste sette autrici danno voce a tutte le donne e ai loro “nuovi desideri” alle loro nuove aspirazioni. Non più angeli del focolare, ma moderne amazzoni votate a liberare loro stesse dal giogo di un amore che troppo spesso è ancora dominazione, che troppe volte ancora le confina in un angolo con la scusa di proteggerle. Che con una sola carezza è in grado di soffocarle.
Sette racconti ad alto tasso di umorismo che ribaltano le quinte del teatrino amoroso, perché alla fine dell’Ottocento, l’amore non è più una cosa seria. Ragazze, a questo punto, dettagliateci pure la trama di ogni singolo racconto e, soprattutto, entriamo nel vivo descrivendo i personaggi che animano questi racconti?
I sette racconti di Humoursex sono disposti a comporre una precisa parabola che, partendo dal corteggiamento e passando per gli stadi successivi del fidanzamento, del matrimonio, dell’adulterio e della condizione vedovile, ritorna poi alla fase iniziale del corteggiamento: questa volta non subito dalla protagonista ma liberamente attuato.
Cornice del primo racconto, Botta e risposta, è un salottino aristocratico in cui irrompe la risata di Donna Valentina. Ride del suo interlocutore, Laurenzi, che è la controfigura parodistica dell’esteta dannunziano nonché propugnatore dell’amore romantico. Donna Valentina confuta ogni tesi di lui con divertita ironia e rivendica la libertà di scegliersi il partner che più l’aggrada, possibilmente al di fuori del copione prestabilito.
Un velo bianco è la storia di un corteggiamento visto dalla parte dell’uomo e raccontata in prima persona. In una clamorosa distorsione percettiva, il protagonista, avvizzito ex viveur, si percepisce come maschio di grande fascino e di ottima posizione sociale che ogni fanciulla sarebbe felice di sposare. In realtà è lui che rimane folgorato da una giovane donna che divora paste di ogni genere all’interno di un’elegante pasticceria torinese: sarà lei, bella e di stomaco robusto, la sua sposa. Peccato che il nostro eroe, non dubitando affatto delle proprie doti intellettive e seduttive, vada incontro all’equivoco e alla beffa.
La vigilia ci racconta l’attesa del giorno delle nozze dai due punti di vista, maschile e femminile. La stanza di lei: ordinata, dominata dall’abito bianco e dall’altarino devozionale, luogo di fantasticherie e trepidazioni per il passaggio a una nuova condizione, quella di sposa, di fatto ignota.
La stanza di lui, reduce da u incontro con l’amante: disordinata, ingombra delle testimonianze delle sue molte relazioni. Anche i suoi pensieri sono rivolti al futuro, riguardano però l’ambizioso progetto di una carriera politica e la complessa gestione delle amanti.
Come definire gli eventi che capitano a Checchina e Francesca, protagoniste delle narrazioni di Matilde Serao e di Annie Vivanti, se non paradossali disavventure della virtù?
In La virtù di Checchina la protagonista è una moglie insoddisfatta e avvilita che pur desiderando ardentemente di tradire il prosaico marito Toto Primicerio con il languido marchese d’Aragona, non ci riuscirà; in Perfetta Francesca è una moglie senz’altro più disinvolta, complice anche il marito pratico e privo di immaginazione che lavora a Wall Street, che sebbene desideri scendere dal piedistallo di perfezione su cui l’ha collocata il suo romanticissimo innamorato tedesco Karl ci riuscirà solo quando sarà troppo tardi. Entrambe intrappolate, dunque, nella loro presunta virtù.
Le protagoniste degli ultimi due racconti, Le due signore Derossi e La gloria sono donne libere o che hanno recuperato la libertà.
Nel primo Il tran tran della signora Serena e il signor Francesco, coppia vecchia ancor prima di essere tale, è scombussolato dall’arrivo della cugina Enrica, in fuga da suo marito, che introduce tra i due coniugi il brivido della seduzione e della gelosia. Lo svolgimento delle vicende, e ancor di più l’epilogo, ci sorprenderanno.
Silvia, protagonista del racconto La gloria, non appartiene alla schiera delle tristi zitelle, come allora si diceva, bensì – in netto anticipo sui tempi – è un’intellettuale felicemente single che ha appena finito di scrivere un ponderoso saggio storico filosofico sulle favorite del Re di Francia e si aspetta di ricevere il riconoscimento che merita. Invece si accorge ben presto di esser presa di mira dai salaci commenti dei critici, che nelle gesta di ogni favorita credono di ravvisare il riflesso delle gesta di Silvia stessa.
La conclusione è un piccolo capolavoro d’ironia, con la definitiva rinuncia della protagonista alla gloria letteraria per rifugiarsi in una più prosaica relazione con un uomo scelto da lei.
Sono passati pochi anni dalla creazione di 8tto Edizioni, eppure avete un catalogo di tutto rispetto e, con tenacia, resistete e cercate di portare avanti la vostra proposta interrogandovi sul presente attraverso i grandi temi della letteratura, anche quella di un passato non recentissimo.
Vi va di raccontare come siete nate, come si è evoluta la casa editrice in questi anni, e poi il vostro catalogo, le scoperte e le riscoperte proposte, e questa idea di fare lettura intrecciando storie e linguaggi narrativi e parlando di femminile e femminismo ma sempre con la volontà di accorciare le distanze con i lettori tutti e se ci dite, pure, cosa ci aspetta nei prossimi mesi?
Sì, è vero, siamo relativamente giovani come editrici, ma siamo nell’editoria ormai da più di vent’anni. Sicuramente la nostra profonda conoscenza del mondo editoriale ci ha aiutate a comprendere che cosa avremmo voluto pubblicare e che cosa avremmo voluto comunicare con i nostri testi.
Arriviamo tutte da una stessa casa editrice, grande e importante, ma a un certo punto ci siamo rese conto che era arrivato il momento di spiccare il volo e creare qualcosa di nostro.
Abbiamo studiato parecchio, seguendo corsi propedeutici all’apertura di una casa editrice; siamo andate spesso in Gran Bretagna per poter avere un quadro completo di ciò che sarebbe stato bello e interessante pubblicare in Italia; abbiamo definito chiaramente la nostra linea editoriale e 8tto edizioni, quasi per magia, è diventata realtà!
La nostra idea di fondo è quella di portare all’attenzione dei lettori autori anglofoni che si esprimono sia nella forma di romanzo sia di racconto, al loro esordio oppure riscoperti dal recente passato, piccoli casi letterari colpevolmente trascurati che si distinguono, oltre che per il valore, anche per l’originalità che spesso devia dagli schemi tradizionali, aprendosi a scenari sperimentali, surreali, avanguardisti.
I primi due titoli da noi pubblicati sono di fatto il nostro manifesto e definiscono bene che cosa è 8tto.
La riscoperta di Linda Rosenkrantz con Talk! – romanzo completamente dialogico (l’autrice ha registrato le intere conversazioni avute con altri suoi due amici nell’estate del ’65 sulle spiagge degli Hamptons e poi le ha pubblicate senza edulcorare nulla), in cui i tre personaggi si definiscono solo attraverso i dialoghi; per noi Talk! è la prima vera reality novel, se pensiamo che il romanzo è del 1965! I temi trattati sono temi universali, che ancora oggi fanno discutere la generazione dei trentenni; è la tecnica che viene utilizzata a essere un po’ straniante, ma al contempo attraente e particolare (dialoghi serrati, non contestualizzazione degli stessi. Il lettore entra nella storia, la definisce, crea i contorni e i paesaggi solo attraverso le conversazioni dei tre protagonisti).
L’altra prima uscita è stata la raccolta di racconti della giovane autrice inglese Clare Fisher, Da dove entra la luce. I suoi sono 60 micro racconti, alcuni solo di una facciata, di una potenza fuori dal comune. Sono scritti in seconda persona e spesso non abbiamo nemmeno la definizione del genere della persona, a sottolineare come le crepe, le cicatrici che ogni persona possiede sono universali e appartengono a tutti e la luce che vi penetra è la stessa per tutti, cambia solo il modo di percepire quella luce, di farla propria, ma ciò non dipende dal sesso.
In effetti senza rendercene conto abbiamo quasi sempre pubblicato autrici che a loro volta hanno trattato tematiche femminili. La scelta è venuta con molta naturalezza, forse perché a nostra volta siamo donne e determinate questioni ci colpiscono direttamente. E inoltre, più definivamo il nostro catalogo più era chiaro che la “questione femminile” è una questione che si perde nella notte dei tempi, a dispetto delle epoche che a mano a mano si sono succedute. E allora ecco Lillian Boxfish si fa un giro di Kathleen Rooney, romanzo in cui l’autrice americana ci racconta la storia di Margaret Fishback, la pubblicitaria donna più pagata al mondo negli anni Trenta e poi caduta nel dimenticatoio, nonostante i pubblicitari venuti dopo debbano a lei le tecniche di scrittura utilizzate per la pubblicità scritta; ecco la riscoperta di Marghanita Laski e del suo romanzo breve Sulla chaise-longue, pubblicato nel ’53. Racconta la storia di una giovane donna convalescente dalla tubercolosi, circondata da un affetto quasi asfissiante del marito e del medico che la avuta in cura, nemmeno fosse una neonata non in grado di poter decidere in piena autonomia, che dopo essersi appisolata su una chaise-longue si risveglia in luogo che le è familiare, ma lo sente estraneo; anche qui però non è libera di essere se stessa.
In questi anni il nostro modus operandi è sempre stato lo stesso: cercare storie con le quali intraprendere un viaggio, che potrebbe anche non essere piacevole, ma che di sicuro porterà a conoscere un tassello in più di noi stessi e speriamo a conoscere anche un po’ di più gli altri.
Con lo stesso approccio siamo approdate alla nostra prima riscoperta italiana La rivincita del maschio di Amalia Guglielminetti. Un romanzo potente e per l’epoca, siamo agli inizi del ‘900, scandaloso, tanto che l’autrice fu denunciata e condannata per oltraggio al pubblico pudore. Guglielminetti è stata una romanziera, poetessa, drammaturga eccezionale, che non aveva nulla da invidiare ai letterati suoi colleghi dell’epoca. Ai più sovviene il suo nome perché fu legata sentimentalmente a un fascista della prima ora Pitigrilli e fu una grande amica del poeta Gozzano, ma pochissimi la conoscono solo come una letterata.
Poi è arrivata anche la raccolta di racconti di Humoursex.
Le nostre scoperte e riscoperte hanno delle loro collane di riferimento: il Presente continuo per le prime e il Passato prossimo per le seconde. Ma nel novembre 2022 abbiamo inaugurato una nuova collana: il Modo indefinito, che accoglie ibridi letterari che non si esauriscono in un genere ma fluidamente accolgono elementi di narrativa, saggistica letteraria e autofiction.
Il libro che ha inaugurato il Modo indefinito è stato Aurelia, Aurélia di Kathryn Davis, un memoir in cui Davis ripercorre la sua vita partendo da un iniziale lutto. La morte di Eric Zencey, il suo secondo marito, è l’occasione per l’autrice di ripartire per un viaggio, un viaggio interiore tra arte e letteratura, ricordi e serie tv, cotte giovanili e film, e ogni narrazione, ogni tassello di vissuto aiutano ad avere uno sguardo sempre più profondo sulla vita. Davis ci traghetta da un’esperienza a una considerazione, da una interpretazione a un’emozione con l’agilità che è tipica del suo linguaggio.
A settembre avremo un altro Modo indefinito: Confessioni di uno scrittore in bilico, di Rob Doyle. Un viaggio fisico e mentale per ampliare la coscienza di sé: da Palermo a Parigi e Berlino, dalla Spagna, alla Croazia, all’Oriente e al Sud America, andando incontro a tradizioni recenti o antiche per afferrare l’inafferrabile, per capire l’ineffabile, per morire senza perdere la vita.
Invece a novembre si torna al Presente continuo con Duplex – la grande divisione, di Kathryn Davis. È un romanzo di formazione dentro una favola per adulti dentro atmosfere surreali e sci-fi. Un multiverso eccentrico in cui le vicende scivolano le une nelle altre come in una riuscita magia.
Per il 2024, poi, ci saranno altre grandi novità, ma non vogliamo ancora svelare nulla, dovrete seguirci!
Buona Lettura, a questo punto di tutti i meravigliosi libri di 8tto Edizioni
Antonello Saiz