L’Antologia “Biassanot. Racconti della notte” (Battaglia edizioni 2023 pp. 145 € 15.00) a cura di Stefano Bonsi e Camilla Fabbri, è un libro che cattura magnificamente l’attenzione nell’arte di saper descrivere la città di Bologna e consegna il dono narrativo delle sensazioni attraverso le voci suggestive tra le righe di ogni convincente ed efficace racconto. “Biassanot”, letteralmente nella forma dialettale di “masticanotte”, fa riferimento a ogni decifrazione interiore della notte, intesa come occasione magica della relazione umana e come seducente motivo suggeritore delle coinvolgenti possibilità della vita. Il libro raccoglie le testimonianze letterarie delle emozioni, abbraccia il nucleo attraente delle espressioni coniugate nella riflessione esistenziale, contiene l’intervento di notevoli scrittori contemporanei (nell’ordine Luca Tosi, Giovanni Bitetto, Giulia Oglialoro, Gianluca Morozzi, Maria Silvia Avanzato, Francesca Mattei, Graziano Gala, Stefano Bonazzi, Gabriele Galligani, Francesco Spiedo) che hanno rappresentato l’intensità del proprio sentire, liberato l’originalità del talento creativo e seguito l’ispirazione, divulgando in ogni singolo capitolo la configurazione del luogo celebrativo dell’Osteria, ambiente volutamente scelto per promuovere la spontanea solidarietà nella magnetica confessione delle parole. “Biassanot Racconti della notte” ritrova la convincente intonazione di un intenzione sentimentale, rintraccia il recupero dell’impercettibile avvertimento sensibile dell’esperienza, ma che è sempre nostalgia di un tempo sospeso, interrotto dalle esitazioni dell’anima. Traduce il senso di ogni affermazione d’amore verso una città che avvince e affascina nella notte bolognese lo stimolo di comunicare e di confondere la malinconia. Ogni scrittore ha saputo donare al lettore un incontro esclusivo, una peregrinazione notturna verso qualcosa che si percepisce addosso, negli indizi e nelle gradazioni della complicità quotidiana, nella concentrazione della stabile resilienza, che decanta il senso della vita e dei legami, entra in confidenza con la condivisione degli stati d’animo. Ha reso omaggio agli indugi introspettivi, distillando dolore e solitudine con il miracolo di uno sguardo sempre orientato al desiderio di scavalcare le distanze e lasciarsi dietro alle spalle il confine della lontananza relazionale. Il protagonista del libro è Marco, un giovane che dopo aver trovato uno strano biglietto (fil rouge dell’intera trascrizione artistica e motivo dello svolgimento) decide di trasferirsi a Bologna per apprendere il modo di vivere di chi anima l’essenza della notte, per ascoltare il segreto e l’intimità delle storie nascoste nella familiarità delle osterie. Marco compone una singolare corrispondenza con il mondo indimenticabile di una città intimorita dalla bellezza e dalla possibilità di gestire le sfaccettature misteriose dell’animo umano. Il pensiero narrativo celebra la molteplicità e la complessità dei significati esplorativi, assapora una forma di diffusione dei ricordi, rielabora l’evento incantato del vissuto nella riflessione. Stefano Bonsi e Camilla Fabbri consegnano un’opera diretta alla profonda componente emozionale, affidano al contesto urbano lo scenario della proiezione delle vicissitudini, allineano le persone e i luoghi negli incroci dell’appartenenza, presentano il messaggio dell’autenticità. Confermano la strategia del legame passionale con la città, la sincera fierezza di essere bolognesi, gestiscono il senso dell’identità conquistando i lettori in una identificazione di fratellanza. La vocazione nel saper esporre l’intuitività illuminante del racconto scorre nell’effetto diffusivo straordinario delle vicende, colte nell’immediatezza delle situazioni generate nella destinazione rapita delle osterie, nella sapiente padronanza degli autori in particolare nell’indizio di una visione istintiva e perfetta nel testo Tre parole di Stefano Bonazzi:
“Pensai che non avrei mai avuto il coraggio di farlo. Scappare in quel modo. E invece quel sorriso aveva reso tutto troppo stretto, una cosa impossibile anche solo da concepire, qualcosa aveva ceduto sotto la pelle. Le pareti del corridoio si son fatte improvvisamente curve, schiacciate addosso, le macchie di muffa sulla testa sono diventate voragini. Ombre dappertutto. Solo ombre. E sbarre. Sbarre dappertutto.”
Rita Bompadre