Le storie della contea di Holt, della sua campagna piatta e sconfinata, ci conducono nelle viscere di un’America di altri tempi, silenziosa, abitata da gente umile e votata al sacrificio. Con Crepuscolo si conclude la Trilogia della Pianura, la saga che Kent Haruf (scrittore di Pueblo, in Italia portato al successo da NNEditore) ha ambientato proprio nel suo Colorado, tra mandriani e contadini che si tramandano tradizioni e il rispetto per la terra. Nell’ultimo tratto di questo viaggio lento e poetico ritroviamo alcuni dei protagonisti dei due romanzi precedenti, Benedizione e Canto della Pianura: Tom Guthrie, l’insegnante cow boy con i suoi bambini Ike e Bobby, Victoria Roubideaux, la ragazza madre ora alle prese con gli studi universitari, e i fratelli McPheron, i due anziani allevatori che ospitano Victoria nella loro fattoria e che attraverso di lei fanno per la prima volta esperienza dell’universo femminile. Quello dei McPheron sarà un apprendistato tenero, non privo di goffaggine, di sicuro illuminante anche per chi osserva questi fatti, dentro e fuori dalla storia. La scoperta dei due fratelli è il vero centro del romanzo, probabilmente il migliore e il più epico della trilogia. L’episodio del duello tragico tra Harold e uno dei suoi tori è un gesto artistico di grande bellezza, capace di evocare anche nello stile certi racconti avventurosi di Ernest Hemingway (nessuno si offenda se dico che Haruf è la versione country di Hemingway). Le vicende dei McPheron e di Victoria si intrecciano con altre trame non meno suggestive e interessanti della principale: quelle di DJ, il ragazzino di undici anni che vive con il nonno malato di polmonite e della povera famiglia Wallace, costretta ad abitare in una roulotte sgangherata e a subire l’arroganza di un parente alcolizzato e violento. Una apologia del dolore che nella parabola biblica di Haruf diventa luogo di purificazione e di maturazione di una nuova consapevolezza. Non so cosa voglia dire romanzo perfetto (lo si è scritto di Stoner) ma qualunque cosa essa sia, Crepuscolo è quella cosa lì. Un romanzo sul confronto generazionale e sulla responsabilità di sentirsi adulti in quel paese per vecchi che è Holt.