Un romanzo che esce in contemporanea mondiale, con la stessa cover e lo stesso titolo in tutti i paesi (brevissimo, una sola parola, un nome di donna che campeggia su una vecchia casa vittoriana in mezzo al buio), desta una certa curiosità. Non vi pare? Se poi l’autore del romanzo in questione è Stephen King, allora non si può fare a meno di correre in libreria ad acquistarlo, questo romanzo, e a tuffarsi nelle sue cinquecentosei pagine con avidità, smangiucchiando unghie e polpastrelli senza alcun ritegno, come un ragazzino davanti alla nuovissima versione del suo videogame preferito. Direi che possiamo convenire anche su questo. Ma andiamo avanti e parliamo di Holly, l’ultima creatura del Re della letteratura americana, arrivato in Italia con Sperling & Kupfer e la traduzione di Luca Briasco. La figura dell’investigatrice privata Holly Gibney i lettori più affezionati di King l’avevano già incrociata in una fortunata trilogia di qualche anno fa, che di fatto spalancò allo scrittore di Portland le porte del crime seriale: Mr Mercedes, Chi Perde Paga, Fine Turno. Nel nuovo romanzo, Holly è sulle tracce di Bonnie Dahl, una ragazza scomparsa misteriosamente dopo essere uscita di casa in bici. La polizia non è riuscita a cavare un ragno dal buco (capita spesso nei thriller americani che la polizia non basti a risolvere dei casi giudiziari) ed è per questo che sua madre Penny si è rivolta alla nota agenzia Finders Keepers. Attenzione: la scomparsa di Bonnie potrebbe essere legata a una serie di altre sparizioni avvenute nella stessa zona nell’arco di un decennio. Holly arriverà a questa conclusione attraverso un’indagine dettagliata e per tante ragioni complicatissima, non ultima la pandemia da Covid. Chi segue abitualmente King sui social sa bene quali siano state negli ultimi anni le più grandi ossessioni del Re: l’ostracismo dei No Vax, Trump, l’avvento di Elon Musk su Twitter. Escludendo la terza, troppo recente per finire nel romanzo, King ha voluto impastare la sua trama con le altre due, correndo il rischio di sembrare, nel primo caso, un moralista, nell’altro un vassallo di Biden. Trump è la causa della rottura dei rapporti tra Holly e sua madre Charlotte, e del divorzio di Penny Dahl, il cui marito si è pure beccato il Covid perché “il suo idolo si è sempre rifiutato di portare la mascherina”. Nella famiglia di Holly il Coronavirus ha lasciato un segno terribile: Charlotte è morta per non essersi vaccinata; il suo socio, Pete, è finito in ospedale per via della stessa diffidenza. Ma Holly è prudente, se ne va in giro munita di mascherina, non stringe la mano a nessuno, mantiene le distanze, chiede ai suoi interlocutori se hanno fatto la doppia dose. Holly è un’accanita fumatrice, crede nella medicina, crede soprattutto in Dio. Holly fuma, prega, disinfetta. L’assenza forzata di Pete la costringe a raddoppiare gli sforzi tra mille difficoltà. Ma l’eroina di King non è sola. Al suo fianco giostrano il giovane Jerome e sua sorella Barbara. I due ragazzi di colore danno maggiore respiro alla storia e consentono di allargare il tiro a un altro dei temi che a King sta molto cuore: la scrittura. Barbara è un aspirante poetessa. Le fa da mentore la centenaria e pluripremiata Olivia Kingsbury, nel cui nome King si diverte a celare se stesso. Le dritte di Olivia alla sua allieva sono un felice richiamo a On Writing, il saggio di scrittura sul quale si sono forgiate generazioni di scrittori. Il Midwest di Holly è un agglomerato di grandi magazzini, vecchi Drive In, parchi desolati, autorimesse. La geografia urbana flagellata dalla pandemia è credibile, onesta, attuale.
Dicevamo delle sparizioni. Cosa e chi si nasconde dietro questo disegno criminale? Le indagini sembrano indirizzarsi verso una coppia di attempati professori universitari che vivono in una casetta vittoriana nei pressi di un college prestigioso. Pare che i due abbiano escogitato uno strano modo di curare la sciatica e pure la demenza senile. La malattia, la morte, la paura di invecchiare, l’illusione della poesia che ci rende immuni: King mischia le carte, muove le mani, e tira fuori dal cilindro uno dei suoi pezzi migliori degli ultimi anni. Holly è un crime dalle sfumatore horror. Del crime vi ho già detto, l’horror scopritelo da soli.