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Vladimir Nabokov inedito. Una scena impossibile nel passato reale

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Per un periodo di ottanta giorni, a partire dal 14 ottobre 1964, lo scrittore russo-americano Vladimir Nabokov tenne un diario dedicato esclusivamente ai suoi sogni. Ispirandosi all’influente opera di J.W. Dunne del 1927, “Un esperimento con il tempo”, Nabokov intraprese questo viaggio introspettivo sia da insonne sia da scettico, sondando la malleabilità del tempo e la possibilità del suo rovesciamento all’interno del subconscio – teoria che Dunne aveva chiamato “serialismo”. Il risultato: sessantaquattro voci che offrono una finestra unica sulla psiche di uno degli autori più enigmatici della storia.

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7 novembre 1964


Fine del sogno: mia madre è arrabbiata per qualcosa e tutto ciò che dice mio padre peggiora la situazione. Mi dà un volume rilegato dell’Illustrazione o della Grafica. Sfoglio le pagine, seduto con le gambe incrociate. Mia madre, sull’orlo del pianto, esce silenziosamente dalla stanza (sembra di essere all’estero in un albergo o in una villa, i miei genitori sono giovani ma io sono un uomo adulto). Mio padre la segue. Sento la sua voce che continua a parlare nella stanza accanto. “Ne descendez pas si vous êtes indispose, et tous seront contents” (una scena impossibile nel passato reale). Mi sento terribilmente imbarazzato e non riesco a decidere se concentrarmi sulla rivista (dove c’è un diagramma di scacchi sulla pagina di destra) per non sentire quello che viene detto, oppure chiudere il pesante volume e andarmene. Dice anche qualcosa sul fatto che desidera solo che una strada sia intitolata a lui.

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