Per chi non lo avesse presente sulla mappa degli Stati Uniti, il Montana si trova su in alto, a Ovest, al confine col Canada, schiacciato tra l’Idaho, lo Wyoming e il Nord Dakota. È uno dei più grossi stati americani per dimensioni; un paese di boschi, laghi, ghiacciai, infinite praterie, che ospita buona parte del Parco Nazionale di Yellowstone, la sua maggiore attrazione turistica e simbolo di un’America incontaminata, lontana dal frastuono delle metropoli e dallo showbusiness. Insomma, il Montana è l’immagine ideale del Far West Americano, e il suo miglior cantore si chiama Larry Watson, scrittore di origini svedesi, nato nel vicino Nord Dakota, trapiantato nel Wisconsin dove ha insegnato per un trentennio, ma che di questo paese ne ha fatto il set abituale delle proprie storie. Nel 2020, un anno terribile, Watson ha pubblicato The Lives of Edie Pritchard, arrivato in Italia tre anni dopo con Mattioli 1885, la traduzione di Nicola Manuppelli e un titolo che (viva Dio) è rimasto uguale a quello originale: Le Vite di Edie Pritchard. Comincerò dalla fine: Le vite di Edie Pritchard è il più bel romanzo di Larry Watson, il più completo e inclusivo, 415 pagine di emozioni e nostalgie che possono portare alle lacrime (a me è successo).
Una storia di viaggi o per meglio dire di fughe, dagli altri e da sé, di cadute e rinascite, di amori che non si incontrano mai, di addii silenziosi e di ritorni, di ossessioni non corrisposte; la storia di una bellezza che imprigiona e distrae, la storia di una donna che non dimenticherete facilmente. Nell’incipit è la giovane moglie di Dean Linderman ma di fianco a lei, in auto non è seduto Dean, c’è il fratello gemello Roy “Sì, forse lei e Roy avrebbero potuto essere una coppia, ma questo non significa che avrebbero dovuto”. Edie, Dean, Roy, un gioco pericoloso fatto di sfumature, equivoci, segreti che non lo sono più. “Non so nemmeno se riesco sempre a distinguervi” dice Edie: una frase che è una sinossi. È il 1967, il mondo sta per cambiare e nel mondo che cambia è compreso il matrimonio tra Dean e Edie. Dean lo ritroveremo più avanti in una scena da Anonimo Veneziano di Giuseppe Berto: certi amori fanno dei giri immensi, dice il poeta, ma non è detto che non finiscano, e per sempre. La trama riprende nel 1987. Edie è un’altra donna, Edie è un’altra moglie, Edie è soprattutto la madre di Jennifer. Gary Dunn, il secondo marito è un tipo possessivo, violento, geloso di un passato oscuro del quale non si è detto tutto, mancano molti pezzi. Edie, Gary… Roy. Già il secondo dei Linderman: pensavate che sparisse? No, Roy è un osso duro, il vecchio Roy non si rassegna, nei suoi occhi Edie è rimasta la ragazzina del liceo che una volta, una volta sola, lo baciò. Nel 2007 lui e Mrs Pritchard, che nel frattempo è diventata nonna di Lauren, li ritroviamo ancora in auto da soli, come trent’anni prima, che sfrecciano tra i paesaggi mozzafiato del Montana in un suggestivo e cinematografico replay, ma nulla è come sembra, nulla è come prima. È una faccenda complicata la vita, Edie lo sa.