Lawrence Ferlinghetti, noto soprattutto come poeta, attivista e cofondatore della famosa City Lights Booksellers & Publishers, è stato una figura centrale del movimento Beat e il suo A Coney Island of the Mind è uno dei libri di poesia più venduti di tutti i tempi. Durante la sua vita adulta, ha anche viaggiato in lungo e in largo e nel corso di cinque decenni ha riportato molti di questi viaggi nei suoi diari di viaggio: dal Messico al Marocco, da Parigi a Roma, da Cuba ad Haiti. Il giorno in cui scrisse la seguente annotazione, nel 1999, l’ottantenne Ferlinghetti aveva conquistato una collina della Sardegna, nel caldo torrido, mentre i suoi compagni erano troppo lontani per vederlo salutare dalla cima.
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Alle rovine di Nora, mi arrampico fino alla torre romana, al faro sul suo piccolo sputo di terra vicino alle terme in rovina e al (forse) tempio di Astarte (non ci sono prove concrete che abbia mai avuto un tempio qui) – mi arrampico sulla collina nel tardo pomeriggio infuocato, in cui un’enorme palla di fuoco è sospesa nel cielo. La temperatura deve essere di 90°. Ho gli occhiali da sole e un cappello di Panama, ma il sole mi batte di traverso, mi abbaglia. Cammino su per il grezzo scarabeo, attraverso il sottobosco, su per il debole sentiero tortuoso, girando in tondo fino alla torre. Tutti gli altri della comitiva, sotto e in lontananza, ispezionano le rovine delle terme. . . . Poi mi trovo su un paio di scalette di pietra con una ringhiera di ferro arrugginita. . . . Vedo delle macchie di luce, mentre le scale si rivolgono direttamente verso il sole abbagliante. E ora arrivo in cima, dove una porta di ferro che conduce alla sommità piatta della torre è chiusa e sbarrata. . . .
Mi siedo sul gradino più alto, ma non c’è ombra, non c’è riparo dal sole cocente… . . Mi alzo sul parapetto e sventolo il mio panama bianco verso le persone lontane, amici e poeti, italiani e americani. Sventolo e sventolo, ma non c’è segno che qualcuno mi veda (no, disse qualcuno più tardi, non ti abbiamo visto). Cosa significa, allora, se saliamo in alto e nessuno lo osserva? Che cosa significa quando si canta una canzone ma non c’è nessuno a sentirla, una poesia pronunciata e nessuno a sentirla, un dipinto fatto ma nessuno a vederlo, la verità detta ma nessuno a comprenderla – e dopo che tutti noi ce ne saremo andati, il mare continuerà a ruggire? Una sinfonia di Beethoven che si infrange sulla riva durante una tempesta e nessuno che senta la fine del tempo…. Platone diceva che gli ideali e i concetti come la Verità o la Bellezza esistono ancora anche se non c’è nessuno che li pensa; esiste ancora il silenzio di un vaso cinese o di un fregio egizio, le loro figure sono ancora vive nel vuoto.