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Giuliano Brenna. L’odore dei cortili

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Quando leggo un libro, mentre lo faccio, prendo appunti. Li prendo da una pagina all’altra e non penso a cosa ho scritto prima, perché vengono presi in maniera non sistematica e, dopo, come a voler ripercorrere il tragitto, io cerco ogni parola scritta, ogni appunto preso e cerco di capire cosa mi è successo mentre ero immobile solo con il corpo, mentre ero spinto in una direzione e poi in un’altra, dalla narrazione.

Alla fine de L’odore dei cortili, di Giuliano Brenna, ho letto, scritto a penna, e la cosa mi incuriosisce, Mattia Rosenberg, su una pagina all’inizio e poi, sempre di mio pugno, Mattia, e più avanti, Rosenberg… il che prova che questo nome tornava, nella mia mente, suonava, in continuazione e lo scrivevo come se temessi di scordarlo.

Mattia Rosenberg, e poi pensavo, spesso, questa non è la storia di Mattia, è la guerra di Mattia che si svolge in Portogallo, durante la fine della dittatura di Salazar e l’inizio della Democrazia.

La guerra di Mattia lo porta a crescere, a sopravvivere. Perde tutto, cade in pezzi e si ricostruisce, trova nuovi riferimenti.

L’odore dei cortili è sicuramente un romanzo di formazione, nel senso che seguiamo il protagonista nella sua evoluzione esistenziale ma, come spiega lo stesso Brenna in un’intervista recente, il tema portante di questo racconto storico è il superamento del senso di colpa, oltre a essere il ritratto di una città, Lisbona, e di una nazione, il Portogallo, alla quale l’autore è molto legato.

Un altro appunto che avevo preso in questo viaggio era: Giuliano paga con Lisbona un debito d’amore. Perché si percepisce il legame profondo tra l’autore e questa città, una città, letterariamente, non banale.

Come editore, Giuliano Brenna, insieme a Roberto Maggiani, sta portando avanti un progetto ambizioso, Il ramo e la foglia edizioni è una loro creatura che sta crescendo nel tempo. Il lavoro che fanno sulla poesia contemporanea è eccellente e coraggioso.

Lo scorso anno hanno riportato in vita un libro bellissimo e delittuosamente dimenticato come Marcel ritrovato di Giuliano Gramigna.

Il loro è un lavoro attento, non pubblicano molti titoli e li seguono bene. Se devo trovare dei riferimenti letterari per questo libro, penso a scrittori diversi tra loro, ma forse solo nella mia testa. Ho pensato spesso a Clarice Lispector, che parlava portoghese ma era brasiliana. Eppure la Lisbona di Brenna, i suoi odori, i mezzi pubblici, mi hanno ricordato certi momenti di un libro che ho amato moltissimo, Vicino al cuore selvaggio.

E poi ci sono Leavitt, Ballo di Famiglia, e Tokyo Blues di Murakami Haruki. Sono libri diversi, scrittori diversi, ma io li ritrovo in questa narrazione come profumi, ecco, questa è la sensazione, un profumo che avverto, come se ci fossero, in questo romanzo, sapori e profumi, ingredienti, che insieme si uniscono, si sommano, creando questo bellissimo Mattia.

Pierangelo Consoli

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Giuliano Brenna, Il profumo dei cortili, Il ramo e la foglia edizioni 2024, Pp. 264, euro 16,15

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